Renzi ultimo atto: il Governo abbandona Taranto e aumentano poveri ed emigranti

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Renzi ultimo atto: il Governo abbandona Taranto e aumentano poveri ed emigranti

Renzi ultimo atto: il Governo abbandona Taranto e aumentano poveri ed emigranti

07 Dicembre 2016

I dati diffusi oggi da Istat e Confcommercio su povertà e consumi offrono una fotografia impietosa di quel che è stato il governo Renzi. I poveri aumentano, il saldo tra immigranti ed emigranti si contrae, i consumi si stanno fermando. Dal report “Condizioni di vita e reddito” diffuso dell’istituto di statistica, apprendiamo che l’anno scorso la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è salita al 28,7%, oltre 17 milioni e 400mila persone. Il 19,9% dei poveri vive in famiglie con redditi inferiori anche del 60% rispetto a quello medio. Molti italiani non riescono a fronteggiare più i pagamenti arretrati, hanno il riscaldamento in casa inadeguato; mangiano come si deve una volta ogni due giorni, non fanno ferie, non si possono permettere né la televisione o la lavatrice, figuriamoci la macchina nuova o uno smartphone.

Tutto questo mentre gli stessi indici sulla povertà in Europa calano. I poveri in Italia sono più che in Francia, Germania e Gran Bretagna, siamo più o meno al livello della Spagna. La situazione peggiore è quella per le famiglie con più componenti e, in particolare, per le coppie con 3 o più figli. Per capire come mai il Mezzogiorno ha detto un NO enorme al referendum di Renzi, basta aggiungere che quasi la metà dei residenti nel Sud e nelle Isole (46,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 24% del Centro e il 17,4% del Nord. In Sicilia e Puglia, più di un quarto degli individui si trova in queste condizioni – situazione che in Regioni come la Puglia, governate ormai da più di un decennio dalla sinistra, dovrebbe determinare una autocritica di quelle classi dirigenti locali, oltre che nazionali. 

A fronte di una contrazione della immigrazione del 27% (da 386mila persone nel 2011 a 280mila del 2015), aumenta in modo spropositato l’emigrazione (da 82mila a 147mila persone), quasi un remake dei dati anagrafici e delle statistiche di inizio Novecento, quando i nostri connazionali cercarono fortuna all’estero. Scappano le nuove generazioni che hanno studiato e abbiamo impiegato anni per formare nelle scuole e all’università: i laureati italiani con più di 25 anni di età che hanno lasciato l’Italia nel 2015 sono stati quasi 23 mila, in crescita del 13% sul 2014. La gran parte, oltre 3700, è stata attratta dal Regno Unito. Ai fallimenti renziani nelle politiche giovanili, nel contrasto alla nuova povertà e all’aumento delle diseguaglianze, si uniscono le prospettive di crescita striminzita del Pil, l’1 per cento per l’Italia, mentre l’Europa in media è all’1,7.

Confcommercio aggiunge come ciliegina sulla torta che ad ottobre 2016 i consumi sono calati, poco, ma c’è il segno meno, anche guardando all’ultimo trimestre. Tutto questo mentre in Senato va in scena l’ultimo paradossale atto del Governo Renzi, la fiducia chiesta e ottenuta sulla legge di bilancio. Manovra che era stata riempita dal premier di tutte le mancette possibili per vincere il referendum, la manovra fatta in debito e la manovra dei favori al governatore della Campania De Luca, una legge di “stabilità” che ci costerà probabilmente l’ennesimo richiamo della UE, e dunque una manovra aggiuntiva. Questo è stato il governo Renzi: un esecutivo immaturo, che ha messo in stand-by la ricerca del bene comune impegnandosi solo in quella del potere. Fino alla decisione, cinica, di  abbandonare i cittadini di Taranto.

Dopo che in campagna elettorale erano stati impresi impegni di tutti i tipi per la tutela della salute e del lavoro nella città pugliese, sarebbero state sufficienti 48 ore per un passaggio parlamentare in grado di risolvere la questione Taranto, sbloccando i soldi dell’ILVA. Ma questo governo che ha fretta di andare a casa dopo aver dato il benservito agli italiani, non ha tempo per Taranto. Non ha tempo per i giovani in fuga e per i poveri rimasti a casa. L’impressione è che chi ci ha governato fino adesso pensi solo al prossimo giro di giostra.