Renzi vince, il Pd sceglie la rottamazione
09 Dicembre 2013
Oltre il 68 per cento dei voti per Matteo Renzi, l’affluenza che supera i due milioni e mezzo di persone. Per essere davvero consacrato alla guida del Pd, Matteo Renzi doveva ottenere un ampio consenso e una forte partecipazione ai gazebo. Ce l’ha fatta: staccando Cuperlo e Civati diventa il nuovo segretario del partito.
Fa un discorso all’attacco, Matteo, "tocca a una nuova generazione guidare la macchina", dice rivendicando i numeri della vittoria. S’impone anche nelle regioni rosse, mentre Civati insidia Cuperlo. Con l’affermazione del "Sindaco d’Italia" tramonta un gruppo dirigente che da un ventennio era immobile al suo posto, che si scambiava ruoli e poteri, ma che alla fine aveva consumato se stesso fino alla "non vittoria" di Bersani.
Nel discorso alla ObiHall di Firenze, dopo il ringraziamento alla famiglia e al suo staff, Renzi ha parlato di legge elettorale, bipolarismo, taglio ai costi della politica, scuola. Si è definito capitano del suo partito, ha invitato a eliminare le correnti, a partire dalla sua, "cominciamo da quella renziana che da stasera è ufficialmente sciolta". Per concludere con un "il meglio deve ancora venire, da domani ci divertiamo insieme".
Il premier Enrico Letta fa sapere che si lavorerà "con spirito di squadra per il bene del Paese". Romano Prodi, che alla fine aveva deciso di esprimere il suo voto per paura del flop ai gazebo, ha commentato così il senso della giornata: "Se il Pd si dimostra non rissoso e unito, con un programma comune studiato, discusso e approfondito non può che vincere; altrimenti non può che perdere".