Renzi vola a Bruxelles, “Ora l’Europa cambi”

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Renzi vola a Bruxelles, “Ora l’Europa cambi”

27 Maggio 2014

Matteo Renzi è a Bruxelles dove si comincia a discutere la nascita del nuovo europarlamento ma anche delle prossime nomine in particolare il nuovo presidente della Commissione Europea. Il premier italiano arriva in Europa come uno dei pochi leader di centrosinistra che possono rivendicare un risultato positivo alle elezioni. Renzi ha in mente una sorta di "terza via" tra i populisti e i conservatori e chiede alla Ue riforme e istituzioni europee rinnovate. Ieri sera Renzi ha anche affermato che sarebbe "ragionevole" la presenza di un italiano al vertice della Ue, ma l’obiettivo generale è rivedere la politica del rigore e della austerity: l’idea è di tenere fuori gli investimenti dal patto di stabilità, con una "operazione keynesiana straordinaria in 5 anni da più di 150 miliardi", ha spiegato il premier.

Oggi a Bruxelles si riuniscono i leader dei gruppi politici per dare il via al processo che dovrebbe portare nei prossimi mesi alla nomina della Commissione e del presidente della Commissione europea. Ci sarà prima una riunione dei vertici parlamentari con il presidente Ue Herman Van Rompuy, poi la riunione dei capi di Stato e di Governo dei diversi partiti, infine il vertice straordinario. Chi ha vinto, almeno sulla carta, è Jean Claude Juncker, Ppe. Ma si profila l’ipotesi di un governo della Ue delle "larghe intese" e potrebbe spuntare un nome "terzo" in grado di mettere d’accordo conservatori e socialisti. Matteo Renzi ha ragione sul fatto che bisognerà tenere conto dell’Italia nella nomina del nuovo presidente della Commissione: sono i trattati europei a dire che nella scelta di questa figura occorre considerare i risultati ottenuti nei rispettivi parlamenti nazionali.

Il successo elettorale però non l’ha ottenuto solo Renzi; a vincere è stata anche Frau Merkel, così da una parte avremo Berlino che spingerà per un presidente di commissione conservatore e dall’altra Roma e Parigi che cercheranno di nominarne uno socialista. Morale: dovremo aspettare, diciamo l’ultimo trimestre del 2014. Poi toccherà alla nomina del presidente del Consiglio europeo e al nuovo alto rappresentate per la politica estera della Ue. Dunque nuovi giri di negoziati. Insomma, i processi decisionali della Ue saranno paralizzati per lunghi mesi ed è rischioso affermare che prima della fine di quest’anno e durante il semestre europeo si riesca davvero a fare qualche riforma sostanziale della Ue.