Renzi vuole il voto subito, D’Alema la scissione
29 Gennaio 2017
Da Rimini, dove si tiene l’assemblea degli amministratori del Pd, l’ex premier spedisce un messaggio in codice al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Se non si dichiara guerra a nessuno, da qui a un anno prima o poi si vota”.
Riservando l’attacco più duro a Beppe Grillo, “il compito della politica non è enunciare problemi ma risolverli, è inutile che dall’ultimo villaggio turistico alla moda in Africa, l’ultimo dell’anno, mi arriva lo spregiudicato pregiudicato a dire che il problema è la povertà ”, tuona l’ex sindaco di Firenze.
L’ex premieri si sente già in campagna elettorale e dice che il suo l’avversario non è D’Alema. “Con buona pace di qualche compagno interno la competizione sarà tra il gruppo di Grillo, un’area di destra, vedremo se faranno accordi, un’area più legata al Ppe o se Berlusconi e Salvini si rimetteranno insieme. E poi ci sarà un’area variamente intesa che è l’area di chi invece di stare ad urlare alle sirene del Mediterraneo, di giocare allo sfascio vuole offrire proposte concrete, puntuali, anche avendo l’orgoglio di ciò che facciamo”. L’ex sindaco di Firenze non si sente un leader al tramonto ma è convinto di poter giocare un’altra partita, lanciando già i cavalli di battaglia della prossima competizione elettorale: difesa del Jobs Act e guerra all’Europa. Proprio adesso che fa super comodo.
Dalle parole di D’Alema, invece, si percepisce l’evocazione di una scissione interna al Pd. Ieri ha parlato a Roma di fronte agli attivisti dei Comitati per il No al referendum. La nuova creatura politica, battezzata ConSenso, non avrà un tesseramento nazionale, “anche perché altrimenti saremmo tormentati e direbbero che vogliamo fare un partito”, ha detto D’Alema. Che ha però aggiunto, “I singoli gruppi devono raccogliere adesioni e fondi, per essere pronti alle evenienze”. La minaccia, neanche troppo velata, di arrivare a uno strappo, sta tutta qui. Se Renzi dovesse tirare dritto sulla via delle elezioni in primavera, senza cambiare la legge elettorale e facendo a meno di un vero programma politico, allora le strade si divideranno.