Responsabilità e sfide comuni: inizia il nuovo corso tra USA e Russia

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Responsabilità e sfide comuni: inizia il nuovo corso tra USA e Russia

21 Febbraio 2009

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il Vice Presidente Joseph Biden hanno affermato che è giunta il momento di reimpostare le relazioni con la Russia. Potrebbe essere più specifico su quello che intende esattamente la nuova Amministrazione quando afferma che le relazioni con la Russia devono essere “reimpostate”, e cosa pensa che cambierà nella politica di Washington verso Mosca?
Per prima cosa, sono felice di essere di nuovo a Mosca. E sono particolarmente lieto di essere qui nelle prime settimane della nuova Amministrazione. I colloqui iniziali tra i due Presidenti, e tra il Segretario di Stato Hillary Clinton ed il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, sono stati estremamente costruttivi.

Come già il Presidente Obama ha avuto modo di sottolineare, riteniamo di trovarci di fronte ad un’opportunità importante: quella di reimpostare le nostre relazioni in modo più proficuo.

Negli ultimi anni, un sentimento di frustrazione reciproca ha spesso fatto sì che i nostri interessi comuni scivolassero nell’ombra. Ora crediamo che sia giunta l’ora di guardare avanti. Questo non significa che non avremo divergenze o disaccordi di quando in quando; ma vuol dire che siamo pronti a far fruttare insieme questo momento ricco di opportunità e di interessi comuni.

Ciò che ora dobbiamo fare è tradurre queste buone intenzioni e questa retorica ottimistica in un processo concreto. Tutto ciò sarà nell’interesse positivo non solo degli Stati Uniti e della Russia, ma di tutto il mondo.

Un esempio evidente è la cooperazione nucleare. In questo campo gli Stati Uniti e la Russia hanno entrambe capacità -e responsabilità- uniche. Insieme, Stati Uniti e Russia possiedono il 95% dell’arsenale nucleare mondiale; per questo è importante dare il buon esempio al resto del mondo, dimostrando che siamo in grado di ridurre i nostri arsenali nucleari, lavorando insieme ad altri partner per impedire la proliferazione nucleare degli armamenti, ed assicurandoci che i terroristi non siano in grado di ottenerli. Questo è un chiaro esempio di interesse comune.

Potrebbe confermare la notizia diffusa da alcuni media secondo la quale l’Amministrazione Obama sembrerebbe disposta a discutere con la Russia lo smantellamento della propria potenza offensiva strategica fino all’80%?
L’Amministrazione del Presidente Obama si è impegnata a negoziare un accordo legalmente vincolante che segua allo START: un accordo che mantenga rigide verifiche del proprio protocollo, e che sia indirizzato a ridurre ulteriormente il nostro arsenale nucleare rispetto ai livelli sanciti nel trattato di Mosca. Non abbiamo ancora preso decisioni specifiche all’interno dell’Amministrazione; stiamo però tentando di fissare una data quanto prima per dare inizio alle trattative con i nostri partner russi su questo tema così importante, non appena la scelta del nostro negoziatore verrà confermato dal Senato.

Prevedete tagli sostanziali all’arsenale nucleare statunitense?
Siamo certamente impegnati a raggiungere un accordo per applicare ulteriori riduzioni, ma per ora -come ho già detto- stiamo ancora finalizzando la posizione precisa con la quale ci presenteremo al dialogo con i partner russi. Il Presidente Obama crede molto seriamente in questi temi -il controllo degli armamenti, la riduzione dei contingenti attivi e la non-proliferazione del materiale nucleare. Quando era ancora Senatore, Obama visitò la Russia nel 2005 mentre io ero ambasciatore, proprio in virtù del suo notevole interesse verso tali questioni. Già allora il Presidente riconosceva che una leadership condivisa tra Stati Uniti e Russia fosse essenziale per la risoluzione di queste problematiche.

Quali sono i temi che il Presidente degli Stati Uniti e il Presidente russo potrebbero trattare nel loro incontro a Londra in aprile? Nella stampa americana e russa si parla dell’idea che Washington possa caldeggiare la necessità di un accordo per combattere la corruzione, possibilmente creando un qualche meccanismo per incentivare la cooperazione economica tra gli Stati Uniti e la Russia – sul modello della Commissione Gore-Chernomyrdin, ad esempio.
In primo luogo, saranno ovviamente i due Presidenti a decidere l’agenda dell’incontro. Comunque, potrei ipotizzare quanto segue: per prima cosa, come ho già detto, si parlerà della cooperazione nucleare e del controllo degli armamenti, in particolar modo della necessità di raggiungere un accordo per l’era post-START che soddisfi gli interessi di entrambe –e questo sarebbe un tema molto importante. Un’altra questione rilevante che probabilmente verrà affrontata sarà a mio parere la cooperazione per contrastare la proliferazione di armi di distruzione di massa. Abbiamo un interesse condiviso nell’assicurarci che l’Iran non acquisisca capacità di creare armamenti nucleari, né abbia la potenzialità di produrli.

Anche l’Afghanistan rappresenta un tema di interesse comune. Gli Stati Uniti, così come la Russia, sono intenzionati a far sì che l’Afghanistan non divenga una piattaforma dalla quale esportare quell’estremismo violento per mano del quale entrambe abbiamo sofferto.

Le questioni di economia globale saranno ovviamente di estrema rilevanza per i nostri due presidenti. Entrambe le nostre economie sono state severamente colpite dalla crisi finanziaria globale, ed i nostri paesi giocheranno un ruolo notevole nel suo superamento.

Infine, credo sia importante per le nostre classi politiche prendere in considerazione le varie modalità secondo le quali strutturare le nostre future relazioni diplomatiche, affinché possiamo lavorare insieme in maniera più sistematica. Non abbiamo tuttavia ancora avanzato proposte concrete a riguardo.  

Cosa ci può dire dell’incontro tra Lavrov e Hillary Clinton? Si parlerà in futuro di questi temi con Lavrov? E ci potrebbe essere un nuovo appuntamento prima del summit di Londra in aprile, e in caso affermativo, dove potrebbe tenersi? Ci sono possibilità che Clinton si rechi a Mosca prima del summit?
Prima di tutto, mi lasci dire che il Segretario di Stato è impaziente di incontrare il Ministro degli Esteri Lavrov. Credo che si possa ipotizzare un incontro nell’immediato futuro, probabilmente prima dell’appuntamento di Londra, ma non ho alcun annuncio ufficiale da fare oggi. Lascerò che siano i miei colleghi della Casa Bianca e del Ministero degli Affari Esteri a comunicare quando sarà il momento opportuno.

E riguardo all’incontro secondo il modello del 2+2? Potremo vedere un altro evento simile prima del summit di aprile?
Beh, il formato 2+2 è stato utile ad entrambe le parti e credo che si confermerà tale anche in futuro. Ovviamente ci potranno essere anche altre modalità di incontro, anche se non ho nulla di specifico da dichiarare oggi riguardo alle tempistiche relative.

Potrebbe chiarire la posizione della nuova Amministrazione sullo scudo missilistico globale? Gli Stati Uniti sono ancora intenzionati a proseguire con l’approntamento della difesa missilistica in Polonia e nella Repubblica Ceca che spinse la Russia a dichiarare di essere pronta a schierare missili Iskander nella regione di Kaliningrad?
Come il Segretario di Stato Clinton ha affermato ad inizio settimana in occasione del suo incontro con il Ministro degli Esteri ceco, seguiteremo a consultarci con i nostri partner in Polonia e nella Repubblica Ceca. Siamo evidentemente al corrente delle preoccupazioni della Russia sulla difesa missilistica, ma speriamo altresì che i russi comprendano che nessun presidente statunitense tollererebbe una situazione per cui gli USA siano vulnerabili alla potenziale minaccia di missili nucleari lanciati da paesi come la Corea del Nord e l’Iran.

Se decideremo di proseguire con la difesa missilistica, dovremo ovviamente considerare anche altri fattori –se il sistema funziona, se la sua utilità è proporzionale rispetto ai costi, nonché la natura della minaccia per cui è pensato. Se attraverso un notevole impegno diplomatico con la Russia e con gli altri nostri partner riusciremo a ridurre o eliminare la minaccia, questo cambierà il modo in cui consideriamo la difesa missilistica. Siamo inoltre disponibili alla cooperazione con la Russia e con i partner NATO in merito a nuove configurazioni di difesa missilistica che possano sfruttare al meglio i siti già in nostro possesso. Vogliamo consultarci con i nostri partner NATO e con la Russia per provare a sviluppare un approccio di cooperazione per una difesa missilistica che protegga tutti noi.

Significa che il progetto che prevede di sviluppare elementi di difesa missilistica potrebbe essere rivisto, nel caso in cui si risolvano anche i problemi concernenti il nucleare in Iran e Corea del Nord?
Significa che, come ho già detto, questo sarebbe uno dei fattori da tenere in considerazione.

Riguardo alla questione della cooperazione tra Stati Uniti, Russia e Nato sulla difesa missilistica, affermerebbe che gli Stati Uniti sono pronto a collaborare con la Russia e la NATO per creare uno scudo di difesa missilistica contro l’Iran o la Corea del Nord?
Posso parlare soltanto per gli Stati Uniti, ma con l’Amministrazione di Barack Obama gli USA sono certamente più disposti a nuove forme di cooperazione su questi temi. Tuttavia, come ho già detto -e come ha ribadito il Segretario di Stato Clinton la scorsa settimana- continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella Repubblica Ceca e in Polonia.

La nuova Amministrazione statunitense è pronto a prendere in considerazione un eventuale legame tra ABM, difesa missilistica e START?
Tutto ciò che posso dire è che gli Stati Uniti sono interessati ad un proficuo dialogo con la Russia su un’ampia gamma di temi riguardanti la sicurezza.

L’Amministrazione statunitense intende fare pressioni per l’ingresso di Georgia e Ucraina nella NATO, a prescindere dal parere negativo della Russia su questo tema?
Gli Stati Uniti danno un grande valore all’Alleanza Atlantica. Ogni nazione sovrana ha diritto di prendere la propria decisione, di scegliere i propri alleati, e ciò significa che anche Ucraina e Georgia hanno il diritto di essere membri NATO. Questo tuttavia dipende in primo luogo dal fatto che tutti i membri della NATO siano d’accordo, e che i cittadini di quel paese o altri potenziali membri appoggino la decisione. E significa che qualsiasi paese aspiri ad essere un membro NATO debba soddisfare i criteri di aderenza. Oggi l’Ucraina e la Georgia non sono pronte per entrare a far parte della NATO. La partecipazione è un processo complicato, che richiede tempo, e che deve essere gestito con cura. Nel frattempo, gli Stati Uniti si impegnano a mantenere stretti legami tra la NATO e i due paesi aspiranti membri attraverso commissioni bilaterali create appositamente di recente.

Lei ha nominato l’Afghanistan tra i temi principali del dialogo tra Russia e Stati Uniti. Quanto sarebbe grave per gli Stati Uniti la prevista chiusura della base aerea di Manas? Le chiedo inoltre se gli USA sono ancora determinati a tentare di convincere la leadership kirghiza ad abbandonare la decisione, e se si parlerà -o si sta già parlando- di questo con la Russia.
La questione di Manas non rientrava negli scopi della mia visita a Mosca. Come ha dichiarato il Segretario di Stato Clinton, proviamo profondo dispiacere nei confronti della decisione della leadership kirghiza, per l’annuncio che impedisce agli Stati Uniti l’accesso a Manas.

Come ha affermato il Segretario alla Difesa Gates questa settimana, la base di Manas è fondamentale per i nostri sforzi condivisi che mirano a mantenere la sicurezza in Afghanistan, ma non è insostituibile. Continueremo a discorrere con la leadership kirghiza su questo punto. Quello di cui si è parlato in occasione della nostra visita a Mosca, ciò che resterà centrale nel dialogo tra Stati Uniti e Russia, è la nostra generale collaborazione in Afghanistan. Credo ci sia molto altro che possiamo fare insieme per promuovere gli interessi comuni e la stabilità in Afghanistan.

Abbiamo già individuato un gruppo di esperti per parlare dei futuri progetti di cooperazione, tra cui come utilizzare al meglio in maniera condivisa le offerte di transito russe per far giungere equipaggiamenti e rifornimenti in Afghanistan.  

In alternativa, pensate di suggerire la presenza di basi simili in altri paesi dell’Asia centrale?
Stiamo considerando varie opzioni.

Si potrebbe valutare insieme alla Russia la possibilità di far transitare equipaggiamenti militari per le forze di coalizione in Afghanistan?
Stiamo già collaborando per assicurare il transito di alcune tipologie di equipaggiamento non letale. Ma siamo certamente disposti ad allargare la cooperazione secondo modalità utili ad entrambe i paesi.

Tornando alla Georgia, gli Stati Uniti partecipano all’incontro di Ginevra per l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia. Il prossimo appuntamento è tra una settimana, credo. Come si pensa di risolvere il problema, e come vede Washington i progetti russi che mirano a creare basi militari in quelle repubbliche? Sono giunte notizie che riferiscono di progetti statunitensi indirizzati verso la presenza di basi militari USA in Georgia, in risposta.
Prima di tutto gli Stati Uniti non prevedono alcuna base militare in Georgia. Secondo, non sono a conoscenza dei dettagli di cui parla riguardo alle eventuali basi russe. Se questo fosse il caso, si tratterebbe di un’incoerenza rispetto agli accordi sottoscritti dalla Russia lo scorso settembre con il Presidente francese. La gran parte della comunità internazionale è in disaccordo con la visione che la Russia ha dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, ma crediamo che sia fondamentale trovare una soluzione pacifica alle nostre divergenze. Ginevra rappresenta un meccanismo nel quale ci siamo impegnati tutti, e continueremo ad appoggiarla. Vogliamo lavorare con Mosca e gli altri partecipanti al progetto per tentare di portare maggiore stabilità in quelle zone.

Se la cooperazione tra Russia e Stati Uniti rivestirà un ruolo significativo in futuro, quali sono le prospettive per tale cooperazione rispetto alla corrente crisi globale?
Come ho già detto, gli Stati uniti e la Russia condividono interessi importanti e sempre maggiori nell’ambito della cooperazione economica. La crisi finanziaria globale ha avuto per entrambe effetti profondi; per questo, è compito di entrambe affrontare questa sfida unite. La consapevolezza di questa realtà rende più profondo il nostro interesse, e stiamo allargando il commercio e gli investimenti reciproci in ogni modo possibile.

Un tempo esistevano precisi meccanismi per incentivare la cooperazione economica tra i due paesi. Nell’epoca di Yeltsin e Clinton, ci fu la commissione Chernomyrdin-Gore, e sono in molti -a Mosca, e Washington- a trovare ancora allettante l’idea di ripetere un meccanismo simile: ad esempio, creare una commissione Joe Biden-Vladimir Putin. Lei cosa ne pensa?
Non abbiamo formulato una proposta specifica riguardo a nuove forme o strutture cooperative, si tratta di qualcosa che andremo a discutere nei prossimi mesi. Personalmente però credo -come credevo quando ero ambasciatore- che sia importante: vista la specificità delle nostre relazioni, dobbiamo cercare modalità nuove di interagire in maniera più sistematica e di costruire relazioni maggiormente strutturate. Ci sono diversi modi in cui questo può essere fatto, ma non abbiamo ancora formulato proposte specifiche.

Quale sarà la posizione di Washington circa la partecipazione della Russia al WTO?
Siamo d’accordo, è anche nel nostro interesse.

Nel corso del Suo servizio come ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, aveva affermato che la nuova Amministrazione avrebbe certamente rivolto l’attenzione ad una nuova ratifica dell’accordo per la cooperazione tra U.S.A. e Russia sugli usi civili del nucleare, precedentemente sospeso dal Congresso. Quale sarà il futuro di questo documento?
Uno dei miei ultimi successi come ambasciatore prima del rientro a Washington ha visto la firma di un accordo tra Stati Uniti e Russia sulla cooperazione per l’utilizzo del nucleare a scopi civili, il cosiddetto one-two-three agreement. Continuo a credere che vi siano grandi potenzialità nell’idea di cooperazione tra Stati Uniti e Russia per l’utilizzo del nucleare a scopi civili. La nuova Amministrazione sta rivedendo una vasta gamma di questioni, tra cui la cooperazione per l’utilizzo del nucleare a scopi civili, ed eventuali sviluppi per gli accordi già presenti. Dovremo consultarci attentamente con il Congresso in merito.

Come vedono gli Stati Uniti le prospettive per un dialogo con la Russia sul tema dell’energia, dopo la crisi dello scorso gennaio sulle forniture di gas all’Europa attraverso l’Ucraina?
La realtà è che oggi la Russia è la più grande produttrice di gas e petrolio, e gli Stati Uniti sono i più grandi consumatori. È dunque palese che si debba avviare un dialogo serio e continuativo sul tema dell’energia. Mi sembra che questo dialogo debba basarsi sugli stessi principi sottoscritti da ognuno di noi al G8 di San Pietroburgo nell’estate 2006, ovvero un approccio che guarda al mercato, alla trasparenza, alla diversità, al rapporto tra domanda e offerta, ed alle vie di transito. Dovremmo anche affrontare insieme le sfide del Ventunesimo secolo: efficienza energetica, fonti alternative di energia, carbone pulito -tutti temi che ci permetteranno di beneficiare della cooperazione nel Ventunesimo secolo. 

© Interfax
Traduzione Alia K. Nardini