Rete 4 accende lo scontro politico, Veltroni taglia la linea del dialogo
26 Maggio 2008
L’appuntamento è fissato per oggi dalle ore 10. Il decreto sugli obblighi e le scadenze comunitarie, ribattezzato “Salva Rete 4” dall’opposizione, tornerà in Aula a Montecitorio dove già la scorsa settimana aveva messo a dura prova i rapporti tra maggioranza ed opposizione.
Al punto che lo stesso Walter Veltroni leader del Partito Democratico aveva ammesso che ci sarebbe stato un confronto “duro” senza alcuna volontà di dare spazio ad “un’opposizione morbida”.
Un muro contro muro che anche ieri il ministro ombra delle Comunicazioni, Giovanna Melandri, ha ribadito in una riunione informale della Commissione Trasporti.
“A Romani – ha spiegato la Melandri – abbiamo già chiesto esplicitamente di ritirare l’emendamento, oggi riformuleremo la nostra richiesta. Siamo al punto di sempre, mercato chiuso, un testo che non darebbe nemmeno risposte a livello comunitario: l’opposizione sarà intransigente. Domani vedremo”.
Quindi per ora nessuna novità sotto il cielo e per domani la previsione è di una nuova giornata dominata dall’ostruzionismo. Così come giovedì scorso quando oltre ottanta erano i deputati dell’opposizione iscritti a parlare.
Uno stallo superato solo dopo l’ipotesi di un confronto sulla problematica. Ma domani a meno di eccezionali sviluppi non dovrebbero esserci cambiamenti e si ripeteranno le stesse scene viste la scorsa settimana con una possibile coda notturna della seduta. Dal governo comunque si continua a respingere le critiche sul provvedimento, che come detto non riguarda solo Rete 4 ma una serie di obblighi e scadenze comunitarie. Tra cui ci sono appunto anche quelli relativi alla sentenza della Corte europea che ha visto vittoriosa Europa 7. Obblighi che impongono al governo di intervenire pena l’avvio di procedure d’infrazione.
Ed infatti Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, respingendo le accusa spiega che l’emendamento del governo “risponde pienamente ai rilievi dell’Unione europea” e che con “Retequattro non c’entra nulla”.
E riguardo il punto più contestato, cioé quello che consente a chi ne abbia titolo di continuare a gestire gli impianti fino al passaggio definitivo al digitale terrestre, lo stesso Romani precisa che “la gestione degli impianti non va confusa con la concessione o l’autorizzazione a trasmettere”. In breve per il responsabile delle Comunicazioni: “Retequattro non c’entra nulla”.
Dello stesso tenore anche le valutazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti che anzi ritiene come ci sia “troppo rumore sull’emendamento al decreto in discussione alla Camera che l’opposizione ha ribattezzato “salva Rete 4”. Un provvedimento che “va incontro alle esigenze della Unione europea e nasce con l’obiettivo di evitare la procedura di infrazione ai danni dell’Italia”.
Acqua sul fuoco delle polemiche, quindi, dalla maggioranza. Ma il clima continua a rimanere incandescente con Antonio Di Pietro che annuncia per domani “un’opposizione sul campo, contro il vergognoso emendamento salva Rete4 che il governo, Berlusconi e la maggioranza stanno per approvare”. Opposizione per il leader di Italia dei Valori che è anche fuori dalle Istituzioni con una manifestazione pubblica per domani alle 15 in piazza Montecitorio.
Toni più pacati ma non meno perentori dall’Udc dove Michele Vietti, vicepresidente del gruppo alla Camera invita la maggioranza a ritirare "quell’emendamento dando la disponibilità a discutere dell’assetto del sistema radio televisivo in un contesto più pacato senza forzature e senza pregiudiziali”.
Per domani si prospetta quindi una giornata difficile lontana dai toni concilianti e dialoganti che fino a pochi giorni fa i dirigenti del Pd ripetevano. Il “volemose bene” veltroniano è già alle spalle.