Ricostruzione post-sisma, dopo i tagli si attende lo sblocco delle risorse

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Ricostruzione post-sisma, dopo i tagli si attende lo sblocco delle risorse

06 Marzo 2012

Ormai è questione di ore per sbloccare i 340 milioni di euro già disponibili per la ricostruzione post terremoto in Molise. L’intesa politica tra Regione e Governo nazionale è stata raggiunta, manca solo la firma per la proroga del cosiddetto “stato di criticità”. Un passaggio indispensabile per rinnovare contratti e collaborazioni con il personale della struttura commissariale e con i tecnici comunali. Senza di loro, infatti, procedure e appalti resterebbero bloccati. Si tratta di architetti, ingegneri e altri professionisti che dal 2005 sono a disposizione dei Comuni danneggiati dal terremoto del 31 ottobre 2002. Circa 200 i lavoratori assunti con contratti a termine o con incarichi di collaborazione.

L’esecutivo di Mario Monti ha stabilito come punto fermo il taglio delle risorse a struttura commissariale e tecnici con l’obiettivo di risparmiare circa due milioni e mezzo di euro. É una condizione prioritaria per rispristinare lo “stato di criticità”, almeno fino alla fine del 2012. Ma oltre al taglio delle risorse, arriva la conferma che la gestione dell’emergenza sarà prorogata solo nei comuni della provincia di Campobasso che hanno in piedi progetti di classe “A”, dunque quelli destinati alla cosiddetta ricostruzione “pesante”. Una quindicina di paesi molisani saranno perciò esclusi. Il presidente del Coordinamento dei tecnici, Cristian Di Paola, ha chiesto al governatore Iorio di non “abbandonare quei comuni dove comunque sono in piedi procedure e progetti legati alla ricostruzione”. Iorio si è detto disponibile a studiare un provvedimento ad hoc. La linea è però quella di dare priorità ai paesi più colpiti.

In generale, il governatore ha cercato di tranquillizzare gli amministratori sulla disponibilità del governo Monti a far proseguire la gestione della ricostruzione post sisma. “La firma mi è stata assicurata – ha detto – faremo in modo che non solo la ricostruzione non si fermi, ma che i singoli Comuni abbiano il personale necessario per affrontare in tranquillità le scadenze di quest’anno”. Ma oltre ai sindaci e ai tecnici sono anche i cittadini che vanno rassicurati. Se in 10 anni la ricostruzione è proseguita in maniera spedita a San Giuliano di Puglia (comune in cui, a causa del crollo della scuola Jovine, sono morti 27 bambini e una maestra), in altri centri del “cratere sismico” molte famiglie attendono ancora di rientrare nelle loro case.

Dieci anni non sono bastati per chiudere il capitolo terremoto in Molise e chissà quanto ci vorrà ancora per completare la ricostruzione. Ma non si può nemmeno dire che sia stato fatto poco o nulla. Certo è che senza la proroga dello stato di criticità i Comuni non sono più in grado di gestire la macchina della ricostruzione e non è nemmeno credibile che si possano appaltare, da oggi fino alla fine del 2012, progetti per 340 milioni di euro. Questa è la consapevolezza che hanno già tutti i sindaci dei Comuni coinvolti nella fase di emergenza. Pochi giorni fa il Coordinamento dei professionisti che opera per la ricostruzione in Molise era tornato a parlare anche della necessità di “stabilizzare tutti i tecnici a disposizione dei Comuni”. Oggi, però, alla luce dei tagli e dei sacrifici imposti dal governo Monti, appare un’aspettativa quasi impossibile da realizzare.