Ricostruzione post-sisma, protesta dei sindaci per lo sblocco di fondi e appalti
22 Febbraio 2012
Due mesi di attesa, uffici bloccati e l’impossibilità di impegnare 346 milioni di euro per completare la ricostruzione post-terremoto. Nei 14 Comuni del “cratere”, la zona più colpita dal sisma del 2002 in Molise, la situazione è diventata insostenibile. I sindaci protestano e chiedono al Governo nazionale la proroga dello “stato di criticità” che sbloccherebbe i fondi già disponibili per i nuovi appalti. Un provvedimento che è diventato indispensabile per continuare a gestire i lavori e le altre procedure della ricostruzione.
Il presidente della Regione e commissario delegato per la ricostruzione, Michele Iorio, ha assicurato il suo impegno agli amministratori. In questi giorni, infatti, sono previsti nuovi incontri con l’esecutivo Monti per ottenere il via libera definitivo all’ordinanza. La Regione ha fornito tutte le integrazioni necessarie per la pratica, come era stato richiesto dai funzionari del Governo centrale. Il presidente della Regione Molise si è detto ottimista: “Sono certo – ha affermato Iorio – che conoscendo l’attenzione e la sensibilità del presidente del Consiglio, Mario Monti, si giungerà a una soluzione positiva”.
Intanto, a pagare i ritardi della proroga dello stato di criticità sono soprattutto i cittadini e le imprese. Resta l’incognita sul rinnovo dei contratti ai tecnici che dal 2005 stanno aiutando i Comuni nella delicata fase di ricostruzione. Si tratta di 250 professionisti che chiedono la proroga del rapporto di lavoro così come è accaduto in altre regioni colpite dal terremoto, dove addirittura si è provveduto a stabilizzarli negli enti locali. Dal tragico terremoto di San Giuliano di Puglia (Campobasso), dove sotto le macerie della scuola Jovine morirono 27 alunni e una maestra, sono trascorsi dieci anni. Il paese simbolo del terremoto è stato ricostruito quasi per intero, ma negli altri centri ugualmente colpiti dal sisma tante opere restano ancora da completare.
I sindaci si sentono “traditi” e chiamano in causa il Governo Monti, ritenuto colpevole di “aver chiuso le porte” alla ricostruzione. Gli amministratori hanno deciso, allora, di alzare la voce. Lo hanno fatto in Molise, per il momento, incontrando i vertici delle istituzioni. Prima il prefetto di Campobasso Stefano Trotta, poi il presidente della Regione. “Non si tratta di una richiesta di assistenza – hanno detto – ma di praticità, snellezza nelle procedure, che alla fine significa garantire certezze nella ricostruzione”.
Quella ricostruzione che in dieci anni è servita a far rientrare gran parte della popolazione nelle proprie case o in quelle nuove di zecca, realizzate dopo il sima del 2002. Ma ci sono ancora persone che vivono nelle abitazioni provvisorie di legno. Importa poco quante siano. Il fatto che non abbiano ancora una casa definitiva impone una risposta da parte del Governo, nazionale e locale. Del resto i fondi sono già pronti, ma senza la proroga dello “Stato di criticità” tutte le procedure sono bloccate. Iorio ha garantito che chiederà un incontro a Roma entro questa settimana. “Monti è una persona sensibile – ha sottolineato il governatore a margine di un vertice in giunta regionale a Campobasso – troveremo una soluzione”. I sindaci, in caso contrario, hanno già annunciato di essere pronti “alla rivolta” e a sostenerli ci sono migliaia di cittadini che attendono risposte.