Rifiuti, business  da 6 milioni di euro

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Rifiuti, business da 6 milioni di euro

Rifiuti, business  da 6 milioni di euro

10 Luglio 2007

Immaginare le nostre città senza montagne di
rifiuti sarebbe come pensare Napoli senza il Vesuvio. Ci abbiamo fatto talmente
l’abitudine che ci meravigliamo quando agli angoli delle strade non vediamo
cumuli di sacchetti imputriditi e puzzolenti.

  Lavorano tutti per una grande azienda
che si chiama “ecomafia”. Strangolano l’ambiente fino al collasso perché così
riescono a portare a termine affari con parecchi zeri.

Basta
pensare che per il tredicesimo anno consecutivo la Campania è stata la
regione italiana con il più alto numero di reati ambientali. Le forze
dell’ordine hanno accertato 3169 infrazioni ambientali e denunciate 2782
persone, ossia la media di otto al giorno. Stando a questi dati forniti dalle
forze di polizia, si capisce che attorno ai rifiuti lavorano non meno di 3000
persone, tra manovalanza criminale, boss, gestori di discariche, proprietari
terrieri e appaltatori di servizi di nettezza urbana. Al ritmo di un reato ogni
tre ore questa gente ha reso il nostro ambiente invivibile. Ormai non è più una
sensazione: nella nostra provincia si muore di tumore quasi il doppio rispetto
alle altre province. L’incidenza tumorale è stata certificata dall’atlante
mondiale della sanità e da molti esperti epidemiologi che hanno confermato
l’incremento di allergie, tumori alla pelle ma soprattutto leucemie e tumori al
polmone. Ogni respiro fatto tra immondizia incenerita e smog cittadino ci costa
carissimo in termini di longevità. Questo perché la provincia di Napoli è
quella più infestata da crimini ambientali. Sono 1087 le infrazioni accertate
soltanto nell’hinterland napoletano che riesce a mantenere questo primato anche
per quel che riguarda gli abusi edilizi.

E’
stato stimato che in provincia di Napoli bastano nove giorni e nove notti per
realizzare una villetta monofamiliare completa di tutto: impianto elettrico,
pavimenti ed idraulica. E a nulla servono i sequestri delle forze dell’ordine.

In
un rapporto stilato da Legambiente sulle ecomafie in Campania, è però emerso
che l’attività criminale si concentra fortemente sul ciclo rifiuti. Ed è
un’attività che si plasma molto velocemente riuscendo in molti casi a
rispettare anche i parametri delineati dalla legge. La criminalità ha osservato
che nei prossimi anni l’adeguamento e la riorganizzazione del ciclo rifiuti
muoverà qualcosa come 4,5 milioni di euro. Troppi soldi per  passare inosservati.

Ciò
che preoccupa gli inquirenti è che l’ingresso di questa gente nel circuito
legale dei rifiuti, renderà sempre più difficile capire in che modo vengono
gestite le discariche e in che modo vengono trattati i rifiuti.

Il
dato più sconvolgente è che le organizzazioni camorristiche riescono a gestire
non solo il traffico illecito dei rifiuti ma anche il rientro dalle emergenze
rifiuti. In pratica la camorra ci guadagna sia quando si raccolgono i rifiuti,
sia quando vengono lasciati per strada. In quest’ultimo caso l’affare grosso si
chiama “discarica abusiva”.

Nell’ultimo
anno sono state 140 le discariche abusive sequestrate, eppure fa pensare il
fatto che di queste mai nessuna sia stata bonificata. La stessa Legambiente ha
stimato che negli ultimi due anni oltre 10 milioni di tonnellate di veleni sono
stati infiltrati nelle campagne nostrane. “Le conseguenze di questi crimini –
dicono – si noteranno solo tra qualche anno quando le intossicazioni alimentari
e le patologie aumenteranno in maniera esponenziale”.

Nel
quadro complessivo, non possono mancare i politici che se non proprio complici
del sistema, sono certamente “comparse distratte”, come li ha definiti Michele
Buonomo, presidente di Legambiente in Campania, di cui è molto piaciuta
un’espressione con cui ha concluso un convegno sulle ecomafie a Frattamaggiore:
“Il nostro territorio è inquinato moralmente dalla camorra e fisicamente dai
rifiuti tossici, un territorio dove si muore lentamente; omicidi bianchi di una
criminalità imprenditrice che usa i veleni e i camion al posto delle pistole”.