Rifiuti, l’Italia chiede ancora due mesi a Bruxelles per rispondere

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Rifiuti, l’Italia chiede ancora due mesi a Bruxelles per rispondere

29 Novembre 2011

di M.M.

 

Due mesi di proroga per rispondere al parere motivato di Bruxelles sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. E’ questa la richiesta presentata dalle autorità italiane alla Commissione Ue e annunciata oggi dal portavoce del commissario all’ambiente Janez Potocnik:  "Bruxelles – ha affermato Joe Hennon – deciderà prossimamente se accettare o no" la richiesta italiana di due mesi in più di tempo per formulare una risposta che sia giudicata soddisfacente dalle autorità europee.

Sulla questione rifiuti l’Italia rischia, infatti, di essere deferita alla Corte Ue per la seconda volta e di pagare l’ennesima multa salata.  "A decidere sarà il Segretario generale" dopo una consultazione con la Direzione generale Ambiente guidata da Potocnik, ha precisato il portavoce, ricordando che Bruxelles aveva inviato la lettera di notifica formale all’Italia lo scorso 29 settembre, ultimo avvertimento prima di passare davanti alla Corte di Lussemburgo e al possibile pagamento di sanzioni, alte perché basate sul Pil del paese.

Intanto, mentre l’Italia temporeggia, a Napoli i cumuli di rifiuti restano ancora sulle strade. E’ successo  proprio oggi, anche se il sindaco De Magistris è intervenuto prontamente a giustificare: "I rifiuti di oggi – dice – sono dovuti a uno sciopero nazionale di 24 ore che ha interessato gli operatori del settore, non è responsabilità di Comune, Provincia o Regione".  La colpa, dunque, è della mobilitazione nazionale indetta dai sindacati a causa del mancato accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. "E’ uno sciopero che ha ricadute, ma sono tutti a lavoro da stamattina – ha assicurato – per recuperare, già in giornata, ma soprattutto questa notte, e quindi tutto dovrebbe tornare alla normalità".

Di quale "normalità" parli il sindaco, se Bruxelles ancora chiede all’Italia e alla Campania risposte sulla gestione dell’emergenza, non è dato saperlo. De Magistris resta sul vago e assicura: "Il piano del Comune per i rifiuti sta andando bene". Qualche dettaglio in più lo dà facendo sapere che "prima di Natale partiranno due navi", che "l’impiantistica nostra l’abbiamo realizzata" e che" la differenziata è partita anche a Posillipo". Quanto all’inceneritore,  non si smuove di un millimetro: "non lo vogliamo". Insomma, a sentir parlare il sindaco di Napoli sembrerebbe che una soluzione all’emergenza sia già stata trovata e che la strategia di gestione sia già operativa. E allora cosa vuole l’Europa? "Delle disposizioni dell’Unione Europea siamo osservatori interessati – dice De Magistris – ma anche qui non ci compete nulla perché riguarda il passato, il piano sui rifiuti presentato dal Governo che è quello predisposto dalla Regione Campania". Dunque, i rifiuti stanno a Napoli ma il Comune della città, a detta dell’ex pm, non c’entra niente e non può fare di più. Tantomeno deve delle risposte a Bruxelles.

Sarà, ma intanto l’Europa non sembra per niente soddisfatta di come stiano procedendo le cose, al punto da aver chiesto ennesime spiegazioni. E chissà se acconsentirà a prorogare all’Italia i termini di scadenza per rispondere al parere motivato. Da qualunque parti la si analizzi, la questione rifiuti è una matassa intrigata dove le colpe vengono rimpallate, le responsabilità difficilmente condivise, le soluzioni contestate e le risposte definitive mai date.

Nel frattempo, mentre l’Italia prende tempo, a pagare sono i cittadini, sia in termini sociali che economici. Il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, spiega i motivi che stanno frenando l’associazione nell’impugnare davanti alle commissioni tributarie gli avvisi bonari di pagamento che i cittadini di Napoli e provincia, con ormai diverse crisi rifiuti alle spalle, si stanno vedendo recapitati. "L’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010 n.220 comma 123 – dice Stornaiuolo – ha abolito la sospensione degli aumenti tariffari da parte degli enti pubblici in materia di rifiuti. A farne le spese saranno i cittadini che dovranno accollarsi un’ulteriore spesa su una tariffa già di per sé molto salata. Di contro – sottolinea – in queste ore stiamo vedendo di nuovo i sacchetti in strada e temiamo seriamente per l’ennesima crisi. Sta finendo un altro anno solare, e siamo ben lontani da soluzioni definitive per uscire da questa emergenza ciclica".

Stornaiuolo attacca, in particolare, la politica provinciale sui rifiuti chiedendo "che la gestione della spazzatura torni ai Comuni il prima possibile". Insomma, le critiche non risparmiano nessuno. Ma intanto il Comune di Napoli, che è quello maggiormente coinvolto, che fa? La sta risolvendo l’emergenza rifiuti? E in che modo lo sta facendo, se dell’inceneritore proprio non se ne parla e la raccolta differenziata avrà bisogno di tempo per attecchire, specialmente in certe zone?