Riforma costituzionale: minoranza Pd non firma referendum, l’ira di Renzi

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Riforma costituzionale: minoranza Pd non firma referendum, l’ira di Renzi

Riforma costituzionale: minoranza Pd non firma referendum, l’ira di Renzi

21 Aprile 2016

I big della minoranza Pd non firmano la richiesta di referendum fatta dalla maggioranza. Ieri sono prima arrivate le firme dei senatori contrari alla riforma costituzionale e che chiedono il referendum sul testo di legge Boschi. 103, su 315 senatori, di M5S e delle altre forze politiche hanno depositato le firme come chiede la Cassazione. Ma è polemica nel Pd, dove i rappresentanti della minoranza si sono astenuti dal sottoscrivere la richiesta al quesito previsto per ottobre, che era stata avanzata dalle forze di maggioranza. Renzi ha legato la sua permanenza al Governo al successo del referendum costituzionale: passa o me ne vado, ha detto nei giorni scorsi il premier. 

A proporre la richiesta di consultazione popolare sul ddl Boschi, per la maggioranza, è stato il deputato Pd Matteo Mauri mentre, alla consegna delle firme in Cassazione, si sono presentati il capogruppo Ettore Rosato, Maurizio Lupi e Lorenzo Dellai, Pd, Ncd, Scelta Civica, le forze per il Sì al referendu. Pierluigi Bersani, Roberto Speranza, Gianni Cuperlo non hanno sottoscritto la richiesta. “Una sgrammaticatura”, l’ha definita Bersani, mentre Cuperlo osserva come sia “più logico, naturale e giusto che ad avanzare la richiesta di referendum sia chi la riforma non l’ha condivisa”. Insomma, una scelta “di galateo istituzionale” per evitare che “chi si fa la legge voglia anche un plebiscito”.

“Se qualche politico, anche del mio partito, ha cambiato idea, noi comunque andiamo avanti”, ha detto Renzi, che chiedendo il referendum si prepara a mobilitare l’elettorato Pd per spingerlo alle urne ed avitare sgradite sorprese. La riforma della Costituzione, infatti, non è stata approvata dalle Camere con la maggioranza qualificata dei due terzi, e resta quindi aperta la strada del referendum confermativo, che in ogni caso Renzi ha più volte ribadito di volere. Il referendum costituzionale può essere promosso su richiesta di un quinto dei membri di una Camera, di 5 consigli regionali o di mezzo milione di elettori.

Ma cosa andranno a votare gli elettori? La riforma costituzionale riduce i poteri del Senato, che diventa una assemblea non eletta con 100 membri. Il senato non vota più la fiducia al governo. Vengono abolite le province e il Cnel e alcune competenze tornano dalle Regioni allo Stato, come quella in materia di energia.