Riforma pensioni, tensione tra governo e sindacati: 800 milioni in meno
28 Settembre 2016
È arrivato il momento dei dettagli: dopo il Consiglio dei ministri di ieri sera, governo e sindacati s’incontrano per trarre le fila sulla partita della previdenza, entrando nel merito di un confronto avviato a maggio. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini da una parte, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) dall’altra dovranno definire il pacchetto di interventi riservato a chi è già in pensione e a chi ci vorrebbe andare. Si parlerà quindi di anticipi (Ape), di trattamento per i lavori precoci e usuranti, di ricongiunzioni onerose, di quattordicesima ed estensione della no tax area per i pensionati: misure per le quali i sindacati chiedono almeno 2,5 miliardi , ma le risorse che il governo mette sul tavolo sarebbero scese da 2 miliardi a 1,5.
Il piano dell’esecutivo verrà rafforzato in alcuni punti, ma non quanto si aspettavano le organizzazioni dei lavoratori. Difficile che la leader della Cgil Susanna Camusso sottoscriva la riforma. Possibile che, anche per Annamaria Furlan Carmelo Barbagallo scelgano un “Sì”, ma a precise condizioni.
Tra gli obiettivi dei sindacati c’era quello di alzare la soglia dei 1.500 euro lordi di pensione, sotto il quale la cosiddetta Ape sociale è gratuita. In sostanza, puntavano ad ampliare la platea di lavoratori svantaggiati (disoccupati, inabili, invalidi, familiari di invalidi) che potranno chiedere l’anticipo da uno a tre anni, senza costi. L’obiettivo considerato realistico era di portarla a 1.650 euro lordi. Sui precoci chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni (non 18 come si era pensato) avrà diritto a un anno di anticipo.
Poi il capitolo quattordicesima. Il premier Matteo Renzi ci tiene molto, come ha dimostrato lunedì sera. La quattordicesima mensilità, pari a circa 40 euro al mese, oggi spetta a chi ha pensioni fino a 750 euro. Il governo punta ad estendere la platea, fino a sfiorare i mille euro. Poi a integrare il bonus. Renzi ha parlato di raddoppio, ma è più probabile che si tratti di una cifra inferiore.
L’onorevole Baruffi (Pd) pare dare speranza ai lavoratori esodati, citando tra le possibili misure che potrebbero rientrare in Legge di Bilancio l’ottava ed ultima salvaguardia. Pare andare, invece, meno bene ai precoci per i quali al più, se gli obiettivi del tavolo fossero raggiunti, si andrebbe incontro a misure solo per i ‘super’ precoci, ossia come scrive l’onorevole per quelli “che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni“.
I lavoratori precoci continueranno però a lottare, fanno sapere sulla loro pagina ufficiale Facebook, per rivendicare la loro richiesta principale: ossia la quota 41 per tutti.