Riforme, 10 domande e 10 risposte sulla Consultazione pubblica

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Riforme, 10 domande e 10 risposte sulla Consultazione pubblica

05 Luglio 2013

Lunedì 8 Luglio parte la Consultazione pubblica per le Riforme. La consultazione costituisce un’importante occasione per partecipare al processo di riforma e fornire indicazioni preziose per i lavori istituzionali. I risultati confluiranno in un rapporto che sarà pubblicato online e consegnato alla Presidenza del Consiglio. Il processo di consultazione è strutturato in tre livelli: un questionario breve, un questionario di approfondimento e una fase di discussione pubblica. I primi due questionari saranno accessibili online a partire dall’8 Luglio, mentre l’avvio della successiva fase di discussione pubblica sarà annunciato in corso sui siti istituzionali. Questo processo strutturato ha l’obiettivo di favorire una grande partecipazione popolare e, allo stesso tempo, di coinvolgere ogni tipo di interlocutore, con differenti gradi di esperienza e conoscenza delle materie trattate. Ogni livello rimane comunque aperto a tutti.

10 DOMANDE E 10 RISPOSTE SULLA CONSULTAZIONE PUBBLICA

1. Cosa è una consultazione pubblica e a cosa serve?

Una consultazione pubblica è una procedura rigorosa per il coinvolgimento diretto del cittadino nell’azione politica e legislativa di un’istituzione pubblica. Rappresenta uno strumento di democrazia partecipativa, complementare ai canali tradizionali della democrazia rappresentativa. Non ha valenza statistica, né misura le preferenze di tutta la popolazione italiana, ma può fornire un importante contributo nel processo di identificazione delle necessità percepite e dell’impatto delle azioni politiche.

2. Quali temi riguarda la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali?

Oggetto della consultazione pubblica sono i temi indicati dalla Relazione finale del gruppo di lavoro sulle Riforme Istituzionali istituita dal Presidente Napolitano il 30 marzo 2013, fatto salvo per le materie non oggetto di delega di mandato del Ministro per le Riforme Costituzionali. Le domande, per entrambi i questionari, sono raggruppate in 3 categorie: Forma di Governo e Parlamento, Strumenti di Democrazia Diretta e Autonomie Territoriali.

3. In che modo è strutturata la consultazione pubblica sulle riforme?

ll modello proposto prevede una “stratificazione” in tre livelli, in modo da dare una lettura complessa e strutturata sulle materie di riforma. I primi due livelli seguono la forma del questionario online. Nel primo caso si tratta di 8 domande di facile comprensione, per un tempo di compilazione stimato in circa 5 minuti, al netto della lettura consigliata delle didascalie, degli approfondimenti e del glossario. Il secondo livello consiste in un’indagine strutturata per utenti con un grado di consapevolezza maggiore, e in generale cittadini desiderosi di approfondire la materia. E’ articolato in 14 domande con l’aggiunta di alcuni campi aperti, e prevede un tempo di compilazione di circa 20 minuti. Il terzo livello si sviluppa attraverso la facilitazione, animazione e gestione di dibattiti fisici e via web (ospitati da università, fondazioni, scuole e altre organizzazioni). Tale strutturazione multi-livello consente di raggiungere il maggior numero possibile di cittadini e allo stesso tempo mantenere il grado di approfondimento di una consultazione più specialistica.

4. Come saranno utilizzati i risultati?

I risultati della consultazione saranno: a) accuratamente analizzati e aggregati in un report, costruito in collaborazione con il Comitato Scientifico e pubblicato online nei giorni successivi alla chiusura; b) acquisiti e analizzati dal gruppo di lavoro del Dipartimento per le Riforme Istituzionali; c) ufficialmente consegnati alla Presidenza del Consiglio. Una volta conclusa la consultazione, i dati da essa generati saranno normalizzati secondo i criteri del segreto statistico e condivisi con licenza CC-BY 3.0 (vedere Note Legali).

5. Perchè una consultazione pubblica online?

Perchè si tratta di una prassi consolidata in tutto il mondo, ed è importante guardare al futuro, utilizzando le tecnologie per ampliare le possibilità di partecipazione attraverso nuovi metodi e strumenti, inserendoli in fasi sempre più rilevanti del processo democratico. Attraverso le consultazioni online si riconosce inoltre l’importanza delle tecnologie digitali nel processo democratico, come testimoniato recentemente dal rapporto del Senato “i Media Civici in ambito parlamentare”. Una consultazione online si differenzia da una semplice raccolta di opinioni sul Web, in quanto rappresenta un processo strutturato con metodo rigoroso e trasparente.

6. Perché una consultazione pubblica sulle riforme costituzionali?

Perché è fondamentale avere indicatori utili a valutare l’orientamento complessivo degli Italiani verso il tema pubblico per eccellenza, le riforme costituzionali. In questo modo, il processo di riforma sarà arricchito da un ulteriore elemento, l’opinione dei cittadini. La consultazione sulle riforme costituzionali – per la peculiarità del momento storico e la centralità del tema per il funzionamento dello Stato e la qualità della democrazia – rappresenta dunque un fondamentale e necessario processo di partecipazione pubblica.

7. E’ possibile consultare i cittadini su materie complesse come quelle relative alle riforme costituzionali?

Sì, se la consultazione è accompagnata da supporti informativi facilmente fruibili e sostenuta da un dibattito pubblico informato. L’attività di  consultazione deve anzi costituire un’occasione preziosa per contribuire alla formazione di una cittadinanza consapevole e per avvicinare i cittadini alle istituzioni. A tal fine, lo spazio web www.partecipa.gov.it diventerà, alla chiusura della consultazione, piattaforma permanente per l’aggregazione delle iniziative di consultazione e di partecipazione del governo e dei Ministeri, e per l’approfondimento e la condivisione di tematiche civiche.

8. Una consultazione online è sufficientemente inclusiva?

Una consultazione online aggiunge, alle tradizionali sfide di inclusione, criticità legate al digital divide, ovvero diseguaglianze di accesso alla tecnologie digitali, e quindi all’informazione e ai servizi ad esse connessi. La questione presenta, in Italia, un ulteriore problema: un “digital divide volontario”, legato alla scarsa percezione dell’utilità della rete. Proprio per questa specificità di contesto, consideriamo questa una grande occasione per avvicinare i cittadini, con adeguato supporto, all’utilizzo della Rete per finalità pubbliche, coerentemente con gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Alla consultazione sarà associata un’azione di alfabetizzazione digitale, anche creando specifiche occasioni, coinvolgendo tutti partner interessati ad avvicinare la popolazione anziana e meno connessa.

9. Quali garanzie si hanno della correttezza e sicurezza del processo?

Un Comitato Scientifico, presieduto dal prof. Francesco Profumo e composto da ISTAT e Fondazione Ahref, assicurerà, anche avvalendosi di pareri tecnici, la correttezza della costruzione e dello svolgimento dei lavori dal punto di vista formale, metodologico e tecnico.

10. Come è organizzata la gestione tecnica della consultazione e come risponde ai rischi tipici della partecipazione online?

La piattaforma tecnologica è progettata per offrire adeguati livelli di sicurezza nel trattamento e protezione dei dati, nonché standard elevati nella gestione, verifica e aggregazione dei risultati acquisiti. Le criticità tipiche della partecipazione online sono gestite tramite una combinazione di verifiche preventive e successive al procedimento che permettono di minimizzare eventuali interventi inappropriati.