“Riforme, chi si chiama fuori non ha futuro”

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“Riforme, chi si chiama fuori non ha futuro”

“Riforme, chi si chiama fuori non ha futuro”

06 Marzo 2012

"E’ come se qualcuno provasse a bucare le ruote del ciclista in fuga a cento metri dal traguardo, forse chi ha diffuso le notizie alla stampa ha interesse a che le riforme non vedano mai la luce…". Si sente un po’ quel ciclista a rischio, Gaetano Quagliariello, l’ambasciatore del Pdl per cambiare il sistema istituzionale. Basta leggere gli inviti alla prudenza lanciati ieri dal suo compagno di partito, l’ex ministro La Russa. "I giornalisti non c’entrano nulla, però chi mette a repentaglio l’equilibrio tra i partiti e nei partiti è un irresponsabile. Non c’è in gioco un pezzo di carta più o meno valido, su questa intesa la politica si gioca di più, si gioca il futuro".

D’accordo l’arrabbiatura, ma la bozza c’è o no?

"La bozza esiste, è un documento che ha ancora alcuni aspetti aperti, e che attende di essere discusso dai partiti. Ma un impianto condiviso c’è".

Cos’è che divide?

"Ci sono due novità che vanno ben soppesate. Il premier potrà chiedere lo scioglimento delle Camere, e il Parlamento potrà presentare la sfiducia costruttiva. Ma qualcuno teme che il presidente del Consiglio invochi il voto non appena sentirà in Aula odore di sfiducia, rendendo dunque il sistema più fragile, e non più stabile. Ma se il meccanismo viene ben articolato il rischio può essere evitato".

Nient’altro?

"Per il resto è il miglior compromesso possibile. Abbiamo sdoganato un sacco di progetti che ammuffivano nei cassetti. Ne viene fuori un bicameralismo razionalizzato, il rafforzamento dei poteri del premier, iter certi e veloci delle leggi, corsie preferenziali per i provvedimenti dell’esecutivo. Il tutto collegato alla riforma dei regolamenti d’Aula. E poi c’è una riduzione immediata e sensibile del numero dei parlamentari".

Ora tocca ai segretari…

"I segretari conoscono le linee del lavoro… È necessario che la bozza sedimenti qualche settimana nei partiti e nei gruppi parlamentari, da dove potrà uscire ulteriormente migliorata".

Ci sono molti scettici?

"Si convinceranno: la politica non può stare ferma, altrimenti perde tutta la sua legittimità".

L’intesa con Pd e Terzo polo conferma il vostro addio alla Lega?

"La nostra bozza può essere sposata da tutti gli altri partiti. Auspico che la Lega entri nell’intesa, ci sono molti aspetti della riforma costituzionale scritta insieme. Non perdano questo treno…".

Il timore degli "altri" è che ci sia un accordo a tre sulla legge elettorale?

"E io lo nego. Non c’è un testo, solo idee e suggestioni. Abbiamo concordato che la legge elettorale dovrà raccordarsi con la nuova Carta. Per questo verrà solo dopo".

Ora si agirà su partiti e finanziamento pubblico?

"Credo di sì. Intanto a Bersani dico: visto come gli vanno le primarie, regolamentiamole per bene, insieme… Ma ora chiudiamo questo pacchetto, che già è un’impresa".

(Tratto da Avvenire)