Riforme costituzionali alla Camera, sì con 367 voti e 194 no

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Riforme costituzionali alla Camera, sì con 367 voti e 194 no

12 Gennaio 2016

La Camera dei deputati ha dato via libera al ddl sulle riforme costituzionali con 367 voti a favore e 194 voti contrari. Soddisfatta per il voto, il ministro Boschi ha detto: "Era un altro passaggio importante, mi sembra un buon modo per iniziare il nuovo anno importante per le riforme, non solo costituzionali, tra l’altro con una maggioranza molto ampia, addirittura superiore a quella dell’ultima volta". 

 

Boschi si è detta anche "molto fiduciosa" sull’esito del referendum previsto per il prossimo ottobre, in attesa degli ultimi passaggi alle camere. Se il referendum andasse male, secondo il ministro, l’unica alternativa per il governo sarebbe quella di tornare al voto. Esponenti del Governo come il ministro Delrio e la vicepresidente del Pd, Serracchiani, plaudono al voto della Camera, è "riforma per una democrazia decidente", dice Delrio, mentre per Serracchiani si tratta di un passo "per far diventare l’Italia un Paese moderno".

 

Ma la sinistra di Possibile, guidata da Pippo Civati, attacca: "Renzi ha voluto personalizzare il referendum rischiato uno scontro tra tifoserie: un gesto irresponsabile lontano dalla Costituzione". Civati chiede di rifarsi al contrario ai "migliori esempi internazionali", vuole "proporre la scrittura di una riforma che sia condivisa con i cittadini con i corpi sociali e rispettosa del dettato costituzionale." Cita il caso dell’Islanda, "dove una grande partecipazione costituzionale è stata sperimentata, c’è una grande differenza che dobbiamo sapere frequentare".

 

Dal centrodestra, Brunetta (Fi) se la prende con il ministro Boschi che aveva ironizzato sul variegato fronte del no al referendum, dicendo "ride bene chi ride ultimo". Ieri, Daniela Santanché aveva detto che il referendum si rivelerà "la Caporetto" del Governo Renzi.

 

"Mi impressiona l’uso strumentale che il presidente del consiglio sta facendo della scadenza referendaria, prescindendo del tutto dai contenuti della riforma", ha detto il senatore Quagliariello (Idea). "Mi sembra un modo per coprire le sue difficoltà e per ‘scavallare’ la prova delle amministrative". "Tale atteggiamento del presidente del consiglio, così cinicamente politico – ha osservato Quagliariello -, rischia di fargli perdere il sostegno di alcuni che, se ci fosse attenzione per gli equilibri costituzionali e l’intenzione di completare la riforma, avrebbero potuto votare sì al referendum".