Riforme: la carica degli emendamenti spiegata agli italiani
24 Luglio 2014
Tra i circa ottomila emendamenti presentati al testo delle riforme costituzionali c’è un po’ di tutto: dalla proposta di dotare ogni Regione di una propria bandiera e di un proprio inno, che va bene il rispetto delle identità locali ma perlomeno assicuriamoci prima di aver imparato il testo di Mameli, al diritto-dovere dei cittadini di "resistere" agli atti dei poteri pubblici che "violino le libertà fondamentali", anche se non è chiaro l’interpretazione che ne daranno i black bloc.
Da Sel, medaglia d’oro dell’emendamento, che ha presentato centinaia di combinazioni in debito con Fibonacci per cambiare i componenti del Senato e della Camera, a chi, con altrettanto impegno e dedizione, si è concentrato sul nome da dare alle Camere: "Duma", "Ecclesia" e chi più ne ha ne metta.
Ora, che le riforme costituzionali debbano avere un ampio consenso è assodato. Che vista la delicatezza della materia occorra un’ampia e approfondita discussione, ci mancherebbe altro. E che nella vita parlamentare l’opposizione possa ricorrere all’ostruzionismo sta nel gioco. Ma esiste anche il diritto della maggioranza di portare a casa un risultato che gli italiani aspettano da anni.
Come pure il dovere di non prenderli in giro.