Riforme, Ncd: emendamenti su bilancio, partecipate e riparto competenze
16 Luglio 2014
di Staff
Il Nuovo Centrodestra ha fin qui contribuito in maniera determinante al miglioramento del testo di riforma del bicameralismo e del Titolo V nel corso dei lavori in Commissione. In particolare, rispetto al testo originario del governo, è stata completamente rivista la composizione del Senato, ridimensionando drasticamente il numero dei nominati, introducendo la rappresentanza delle Regioni in proporzione agli abitanti e riequilibrando la presenza di sindaci e rappresentanti delle Regioni in ragione della funzione legislativa di queste ultime e dell’esigenza che il Senato diventi finalmente quella camera di compensazione che è mancata al Titolo V del 2001 e la cui assenza tanti problemi ha determinato. Inoltre, fra gli obiettivi già raggiunti da Ncd vi è l’inserimento in Costituzione dei costi e fabbisogni standard quale criterio di efficienza per regolare la spesa pubblica.
Ora, in vista dei lavori in Aula al Senato il Nuovo Centrodestra propone pochi e qualificati emendamenti per superare alcune criticità e perfezionare ulteriormente l’impianto. In particolare Ncd chiede:
– Che al Senato non sia attribuito un ruolo determinante e potenzialmente interdittivo nella definizione delle leggi di bilancio affinché, in assenza del vincolo di fiducia con il governo, tale ruolo non venga esercitato attraverso la leva della spesa pubblica;
– Che possano essere create società partecipate o municipalizzate per la gestione dei servizi pubblici solo laddove il servizio non possa essere erogato da privati a un costo inferiore o uguale;
– Che venga ulteriormente dissipata qualsiasi ‘zona grigia’ nella ripartizione delle competenze fra Stato e Regioni: in tal senso, si propone che le competenze in materia di lavoro, ambiente, protezione civile, incolumità e sicurezza pubblica, siano attribuite allo Stato;
– Che in caso di grave dissesto finanziario le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni siano obbligatoriamente sottoposti a commissariamento;
– Che la clausola di supremazia possa essere esercitata dallo Stato anche a geometria variabile. Ciò implica che l’avocazione di una materia da parte dello Stato per ragioni di interesse nazionale possa riguardare anche solo alcune Regioni, senza che le investa necessariamente tutte laddove non ne ricorra l’esigenza;
– Che mediante legge bicamerale siano determinate le dimensioni minime di popolazione dei Comuni e delle associazioni di Comuni per la gestione di tutte le funzioni fondamentali;
– Che l’elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali avvenga mediante voto di lista ma anche di preferenza, e non con listini bloccati;
– Che, infine, anche in caso di raggiungimento della maggioranza dei due terzi, la riforma sia comunque sottoposta a referendum confermativo.