Riforme, saggi al lavoro su Comuni e Regioni

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Riforme, saggi al lavoro su Comuni e Regioni

25 Giugno 2013

Il lavoro della Commissione per le Riforme va avanti. Nell’ultima riunione si è tornati a esaminare la Seconda parte della Costituzione. L’indirizzo della Commissione, per il momento, è di andare verso una semplificazione, un completamento e una correzione delle autonomie locali, puntando sulla esigenza di rafforzare le competenze esclusive dello Stato.

"Sto cercando un punto di mediazione tra due posizioni: quella secondo cui, fissata la clausola di supremazia e scritte le materie statali, il resto spetti alle Regioni, e l’altra che vuole una scrittura delle materie statali, una scrittura delle materie concorrenti e la possibilità anche di fare una elenco delle materie residuali", dice il Ministro Quagliariello, che parlando delle Regioni aggiunge "C’è un tema di sfondo che riguarda il rapporto tra legislazione e amministrazione, cioè se la Regione debba essere più un ente legislativo o amministrativo".

"In questa cornice", prosegue il Ministro, "si pongono cinque questioni: il rapporto tra Regioni e Comuni; prevedere o meno le Province nel dettato costituzionale; il rapporto tra Stato e Regioni speciali che va modificato nell’ambito della responsabilità economica; accorpamento di piccole Regioni o piccoli Comuni; definizione dei rapporti economico-finanziari tra Stato centrale, Regioni ed enti locali". I saggi continueranno a confrontarsi su questi temi riprendendo anche il discorso sul bicameralismo. Va evidenziato però quel passaggio sul potenziale "accorpamento di piccole Regioni o piccoli Comuni", un processo che, se fosse innescato, avrebbe come conseguenza di ripensare parzialmente i confini territoriali interni dell’Italia.

Possibilità già prevista dai Costituenti, ma che presuppone un delicato iter di riforma. Ricordiamo che su questo tema esiste uno studio condotto da Fondazione Agnelli negli anni Novanta che prevedeva il dimezzamento delle Regioni. Il risultato dello studio andava nella direzione di una maggiore efficienza oltre che di una riduzione dei costi della politica. Proposte sull’accorpamento di Regioni e Comuni ce ne sono parecchie, spesso accompagnate da movimenti e sensibilità locali che spingono per un cambiamento e una riorganizzazione territoriale.

Oltre che della legge costituzionale, però, si dovrebbero superare le "gelosie" e i particolarismi tipici del nostro sistema. Ma l’effetto che si avrebbe da un esperimento del genere, in termini di razionalizzazione della spesa, pensiamo a quella sanitaria e all’adeguamento ai costi standard, potrebbe essere sorprendente. Come pure sarebbe l’occasione per verificare se, da un punto di vista della storia sociale e delle tradizioni popolari, il nostro sistema regionale sia ancora aggiornato o da aggiornare.