
Rinnovabili, sulle aree idonee fare presto e bene

28 Settembre 2023
La Conferenza delle Regioni ha iniziato ad esaminare la bozza del decreto sulle “aree idonee” dove verranno realizzati i nuovi impianti di rinnovabili. Secondo QualEnergia, il provvedimento avrebbe già “ottenuto il concerto di Masaf e Mic”, con delle “correzioni sull’uso del fotovoltaico nelle aree agricole”. Il problema sono le tempistiche: le Regioni adesso avranno sei mesi di tempo per inserirlo nei loro piani ambientali.
Nei giorni scorsi, il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin è intervenuto in diretta web ad un evento sull’ambiente a Cagliari, sottolineando l’importanza degli investimenti nelle rinnovabili in Sardegna. “Abbiamo ereditato un Paese che a parole puntava sulle rinnovabili, ma nei fatti era paralizzato con tante pastoie burocratiche,” ha detto il ministro, “con una serie di provvedimenti abbiamo rimesso in piedi il comparto, ora dobbiamo farlo correre”.
Una posizione che viene confermata da Massimiliano Atelli, presidente Comissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec, convinto che sia “necessario trovare un giusto equilibrio” tra “interesse strategico nazionale” e “attenzione e rispetto per i territori”. Atelli ha sottolineato che da un punto di vista normativo occorre una dose di flessibilità che sia in grado di adattarsi alle “singole contingenze”. “Lo scorso anno eravamo in un certo tipo di situazione dal punto di vista degli scenari geopolitici, oggi probabilmente siamo in un’altra”.
Le aziende del settore continuano a chiedere un’accelerazione delle normative per poter liberare gli investimenti che saranno necessari a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e autosufficienza energetica. Negli ultimi 5 anni gli impianti industriali di eolico e solare sono cresciuti di 1GW l’anno, ma per raggiungere gli obiettivi previsti entro la fine del decennio dovrebbero crescere di 10GW l’anno.
“Per accelerare serve il permitting e da questo punto di vista c’è il decreto aree idonee che è positivo perché presenta una road map al 2030 ma ha vincoli eccessivi, cosa che non deve stupire perché frutto di negoziazione tra vari ministeri con interessi diversi,” ha dichiarato ieri Paolo Luigi Merli, ad di Erg, intervenendo all’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore.
Merli ha aggiunto che occorre approvare anche il decreto Fer X, sui meccanismi di stabilizzazione del prezzi nel 2024-2028, concludendo che “serve un framework regolatorio molto più chiaro e molto più certo, ciò è riflesso anche dai mercati finanziari che stanno punendo in maniera significativa le società delle rinnovabili”. Secondo Nicola Lanzetta, direttore Italia Enel, intervenuto all’Energy Summit, il decreto sulle aree idonee è “stringente” sui terreni agricoli. “Si parla di una percentuale del 10% di fotovoltaico e di 20% di agrivoltaico. Per noi è un vincolo eccessivo,” ha detto Lanzetta.
Il manager di Enel ha ricordato l’importanza delle comunità energetiche rinnovabili, “la grande sfida che ci aspetta. Manca solamente un ultimo elemento, la parte di incentivo”. Ridurre i tempi di approvazione delle opere, semplificare e rendere certo il quadro regolatorio, dare alle aziende più libertà quando hanno la capacità di investire. Sembra questa la bussola necessaria per favorire la trasformazione green del sistema economico italiano.