Riscopriamo Roosevelt per dare lustro alla cultura e occupare i giovani

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Riscopriamo Roosevelt per dare lustro alla cultura e occupare i giovani

24 Giugno 2011

Ci risiamo, l’Italia non è un paese per giovani. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes, il 40,6% dei giovani italiani non esiterebbe un attimo a trasferirsi in altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia. Il punto non è il posto fisso, ghiotta eredità del boom economico degli anni Sessanta, di cui i nati dopo il 1975 hanno solo sentito vagheggiare. I nostri laureati, non solo i “cervelli”, emigrano perché hanno perso la speranza. Questo, almeno, è quanto registrano gli studi di settore, da Migrantes all’Istat e all’Eurispes, secondo cui uno su cinque di questi giovani non studia né lavora e l’inattività femminile è pari al 49%.

Eppure la più grande ricchezza di cui dispone il nostro Paese è proprio il lavoro. Braccia e intelligenze hanno permesso sviluppo e grandezza all’Italia. E’ dunque inaccettabile la noncuranza con cui si permette che decine di migliaia di giovani, per lo più diplomati e laureati, prendano la via dell’estero, dopo aver acquisito preziose competenze nelle nostre scuole e all’università.

Ma che fare? A quanti non sono disposti a far finta di niente si potrebbe prospettare l’idea del presidente americano F.D.Roosvelt che, nel 1935, in piena crisi economica, lanciò nell’ambito del New Deal, il programma Federal Writer’s Project, allo scopo di dar lavoro non solo a scrittori, ma anche a storici, archeologi, geografi, fotografi, critici d’arte e creativi che la recessione aveva lasciato senza occupazione e senza speranze per il futuro.

Sebbene impiegate con modesti salari, quasi 6mila persone poterono offrire in questo modo con successo la loro opera. Uno dei loro più importanti risultati furono le straordinarie guide degli Stati federati e delle maggiori città americane.

Meritevole di essere presa in considerazione è, dunque, la proposta del sociologo barese Giandomenico Amendola, che consiglia di rifarsi a quell’idea di Roosvelt per incrementare l’occupazione giovanile in Puglia e in tutte le Regioni meridionali, le quali hanno un crescente bisogno di conoscersi e di raccontarsi, disponendo peraltro delle intelligenze e competenze necessarie per farlo. Senza perdere lo spessore scientifico e il rigore di opere classiche, sarebbe così possibile produrre guide e documentazioni in grado di dare a pubblici, sempre più vasti, nuovi significati e nuovi richiami al viaggio in Puglia e nel Sud.

Non è di sicuro la soluzione ai mali del Sud e all’allarmante e crescente tasso di disoccupazione, dovuto a fattori strutturali; ma può rappresentare una misura significativa, anche per il suo valore simbolico e perché interessa un settore come quello dell’arte e del turismo in cui l’Italia detiene il primato mondiale.