“Ritornare ad un’etica di fare politica”. Con questo monito Frattini apre “Gli Incontri del Melograno”

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“Ritornare ad un’etica di fare politica”. Con questo monito Frattini apre “Gli Incontri del Melograno”

17 Luglio 2011

di M. C.

Nella suggestiva cornice della Masseria del Melograno il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è stato intervistato, ieri, dal direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, in occasione dell’inaugurazione della seconda edizione de "Gli incorntri del Melograno", appuntamento, ormai fisso, della Fondazione Magna Carta in Puglia. 

Il ministro degli Esteri ha navigato nel mare magnum dell’attualità italiana: si è soffermato ad analizzare il ruolo politico dell’Italia in un Mediterraneo in continuo cambiamento, ma non ha certo declinato gli spunti di riflessione lanciati da De Tomaso sulla più stretta attualità politica interna. Fin dalle prime battute il dialogo si è spinto sulla guerra in Libia, una guerra che interessa il nostro Paese sia per mera vicinanza geografica che per gli stretti interessi economici.

“L’Italia conserverà tutti gli accordi finanziari – afferma il ministro – perché dai cosidetti ribelli, che oggi rappresentano l’unico governo in Libia, abbiamo ottenuto l’impegno di rispettare le intese economiche che avevamo con la Libia – ricorda Frattini – e non con il clan Gheddafi.” Il futuro della guerra che ormai da marzo campeggia nel Mediterraneo è deciso: “Sarà proposto un accordo alle parti in conflitto, alla Cirenaica ribelle ed alla Tripolitania, – continua il titolare della Farnesina – e vi sarà un negoziato con quattro punti ben precisi: cessate il fuoco immediato, dialogo fra le parti, transizione democratica e, soprattutto, sarà impossibile per il clan Gheddafi tornare a governare il Paese”. 

L’appoggio che nel tempo il mondo occidentale non ha negato alle dittature nord africane è stato il prezzo da pagare per avere stabilità, controllo delle frontiere e lotta al terrorismo, ma oggi “dobbiamo dire che le libertà fondamentali non devono essere incompatibili con la stabilità politica”. “La nostra sfida – secondo il ministro – è quella di conciliare il nuovo Egitto con il mondo occidentale perché i rivoluzionari erano lì, in piazza Thair, per chiedere diritti e libertà, speriamo che le forze popolari vadano al governo impedendo l’ascesa delle forze islamiste”. 

Nel dialogo tra De Tomaso e Frattini, tuttavia, non si è parlato solo di politica estera: economia, governi tecnici (“riunioni di palazzo che non risolvono i problemi dell’Italia”) e agenzie di ranking sono state passate in rassegna dal ministro che ha sottolineato, anche, la necessità di “un ritorno ad un’etica di far politica nuova” e l’impossibilità per l’Italia di “prendere decisioni in virtù delle indicazioni di alcuni autorevoli gionali internazionali”. L’etica e la politica, insomma, ancora una volta vanno di pari passo, con la speranza che le parole che hanno reso accogliente l’atmosfera del Melograno possano trasformarsi in una brillante realtà.