Ritratto del candidato conservatore (in America)

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Ritratto del candidato conservatore (in America)

10 Luglio 2014

Effettivamente le Primarie servono ma non bastano se poi il candidato espresso non vince le elezioni. Se non riesce a interpretare le diverse anime di una coalizione o di un partito. Ma che caratteristiche dovrebbe avere un candidato conservatore competitivo?

Negli Stati Uniti è iniziata la corsa per le Primarie del 2016, con una Hillary Clinton ben piazzata nel raccogliere la eredità di Obama e un fronte conservatore ancora indeciso, incapace ormai da un decennio di opporsi alla corazzata Barack: due mandati e probabilmente un terzo se ci fosse.

Le Primarie dell’Elefantino produssero a suo tempo un candidato rock ma troppo flip flop come McCain e poi il lungo blues rapsodico di un perdente di successo come Romney. I repubblicani sono stati sconfitti in tutti e due i casi perché non hanno saputo costruire storie vincenti, perché le diverse constituency del partito non sono riuscite a ricomporsi in modo organico come ai tempi dei Bush.

Ora il Gop ha lo stesso problema: puntare sugli sfascisti del Tea Party (improbabile), giocarsela con un altro RINO alla McCain, Chris Christie, oppure dare a Scott Walker l’ingrato compito di riunire le anime del partito da una posizione più moderata e conservatrice. Come quella che gli ha permesso di imporsi per due volte alla guida del Wisconsin.

Walker sarebbe il profilo giusto per rappresentare i conservatori nella sfida ai democratici. Né sfascista come quelli che hanno fatto strame del compromesso in Congresso, e che Obama ha spinto facilmente nell’angolo; né subordinato ai liberal sulle social issues, si parli di matrimonio gay o delle misure per ridare centralità alla famiglia ed ai valori tradizionali.

Piuttosto difesa della tradizione modernizzando l’economia: nel Wisconsin, Walker ha raso al suolo la spesa pubblica più costosa e improduttiva e ha dato vita a una legislazione business-friendly ingaggiando i sindacati sulla nostra contrattazione collettiva. Risultato: al secondo mandato è stato rieletto con molti più voti della sua prima e risicata vittoria.

Bene. Se in America è lui il candidato giusto per proseguire e rilanciare la rivoluzione conservatrice, in Italia a chi assomiglia quel profilo e quali sono le forze politiche che lo esprimerebbero?