Rivista norma su precari e assegni. Ma il Pd insiste con la propaganda

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Rivista norma su precari e assegni. Ma il Pd insiste con la propaganda

Rivista norma su precari e assegni. Ma il Pd insiste con la propaganda

31 Luglio 2008

Cambia la manovra finanziaria. Il centrodestra, dopo giorni di assedio e critiche da parte dell’opposizione e del mondo sindacale, è intervenuto per modificare i due punti più criticati del dl fiscale e cioè quello sugli assegni sociali e la norma sui precari. In base alla nuova riformulazione del testo non sarà previsto nessun taglio indiscriminato agli assegni sociali, mentre per i precari l’ambito di applicazione sarà circoscritto soltanto ai contenziosi con le Poste. Cambiamenti,questi, che nei fatti porteranno anche ad una modifica dell’agenda dei lavori parlamentari visto che la manovra adesso dovrà passare di nuovo alla Camera, dove lo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento non ha escluso la possibilità di porre la fiducia. Il voto finale dovrebbe avvenire agli inizi della prossima settimana tra martedì e mercoledì.

Da parte del governo, in realtà, si cerca di minimizzare. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, non vuol sentir parlare di passi indietro: “Non è stato un dietrofront del governo, che ha subìto quelle norme frutto di iniziativa parlamentare e che sono state poi comprese nel maxiemendamento seppur con una correzione”. E sulla questione della norma-antiprecari, che tante contestazioni ha sollevato, il ministro puntualizza che si trattava del tentativo di “risolvere attraverso una sorta di sanatoria i contenziosi in corso di una società pubblica come Poste Italiane”. Precisazioni che però non nascondono un certo disappunto a Palazzo Chigi per come sia stata gestita l’intera vicenda, sia quella degli assegni familiari e sia quella dei precari. In pratica sono molti all’interno della maggioranza a ritenere che sarebbe stato opportuno curare meglio la comunicazione all’esterno di questi due provvedimenti, spiegando con esattezza e chiarezza la loro portata. Invece, ed è questa la tesi che circola, proprio su questo fronte ci sarebbe stata poca attenzione scoprendo così il fianco all’opposizione che ha avuto gioco facile nell’attaccate governo e maggioranza. Da qui la precisazione del ministro Sacconi che però come detto non toglie che sulla parte contestata della manovra ci siano stati diversi errori di valutazione.

Guardando invece più da vicino le modifiche introdotte dal relatore Salvo Fleres e poi approvate ieri sera in Commissione Bilancio, per beneficiare degli assegni sociali adesso sarà soltanto necessario dimostrare di aver soggiornato legalmente per almeno 10 anni consecutivi nel territorio nazionale. Cancellata quindi l’altra condizione che si riferiva alla prescrizione di aver percepito redditi per un valore almeno corrispondente all’importo dell’assegno sociale. Una disposizione aggiuntiva che nei fatti avrebbe escluso una fascia notevole di persone indigenti tra cui anche le stesse casalinghe. In questo modo invece è stato rafforzato lo spirito della normativa in chiave immigrazione.

Poi la norma-antiprecari, che nella riformulazione prevede il blocco delle assunzioni dei lavoratori precari solo per le cause in corso, mentre non è stato introdotto alcun cambiamento rispetto alle regole attuali per il futuro: il datore di lavoro, specifica l’emendamento, è tenuto “unicamente a indennizzare” il lavoratore con un risarcimento pecuniario, e quindi non ad assumerlo a tempo indeterminato. La sanatoria, secondo il governo, in questa nuova versione risulta limitata ai soli ricorsi presentati dai lavoratori delle Poste e a pochi altri casi.

Intanto però il clima politico continua ad essere infuocato con il Pd che va all’attacco. Walter Veltroni ad esempio, nonostante la marcia indietro su precari e su assegni sociali, afferma che “i provvedimenti rimangono del tutto inadeguati soprattutto per i precari, lo stesso relatore di maggioranza ha detto che è probabilmente incostituzionale, sarà il vaglio della Corte Costituzionale a confermare questa certezza che è anche la mia”. Critiche anche dalla capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, che dice: “Non siamo stupiti dal fatto che la manovra colpisca i soggetti più deboli. E’ la manifestazione di una chiara linea politica e oltre ai precari e agli assegni sociali basta guardare ai tagli alla sanità”. Nessuno sconto anche da Rifondazione Comunista che con il neo segretario Paolo Ferrero, per una volta d’accordo con Veltroni, parla di “piccole, modeste e del tutto insufficienti modifiche”.

Dal centrodestra si cerca invece di fare muro, respingendo le critiche e soprattutto l’accusa di aver fatto retromarcia. Così il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, precisa che “sui precari e sugli assegni sociali abbiamo chiarito dei punti delicati” e che “le polemiche sono pretestuose. Le stesse parti sociali sono d’accordo e non ci sono più nemmeno contestazioni sul fronte sindacale”. Analisi condivise anche dal vicario del gruppo, Gaetano Quagliariello, che punta il dito contro il Pd e Veltroni, colpevoli  di aver inscenato “la solita tempesta in un bicchier d’acqua. La manovra in discussione tra i tanti pregi ha quello di proporre una linea chiara. L’opposizione può naturalmente contestarla, e può decidere di farlo con argomenti seri o attraverso meri espedienti propagandistici. Ci sembra che Veltroni e i suoi abbiano scelto la seconda strada, sollevando polveroni assolutamente inconsistenti”. 

Ora spetta al Senato chiudere l’intera vicenda approvando il provvedimento che poi passerà alla Camera per la terza e definitiva lettura, dove con molta probabilità arriverà blindato dalla fiducia per evitare scherzi dell’ultimo minuto.