Roberto Saviano, tutti lo vogliono ma nessuno lo piglia
14 Dicembre 2008
Va, non va. Va, non va. Alla fine non è andato. Ma alla fiera internazionale del libro (FIL) di Guadalajara in Messico, conclusasi la scorsa settimana, si è sfogliata fino all’ultimo la margherita del “viene, non viene” riguardo a Roberto Saviano, che alla fine – per motivi di sicurezza – ha preferito declinare l’invito alla kermesse messicana.
Trentasettemila metri quadrati di esposizione, seicentomila visitatori, diciassettemila operatori professionali accreditati, la FIL è la più importante fiera libraria del mondo che parla spagnolo, madrepatria compresa. E quest’anno, per la prima volta in 22 edizioni, l’ospite d’onore è stato un paese in cui non si parla castigliano: l’Italia (nel 2009 la vetrina toccherà alla città di Los Angeles, luogo ad alto tasso di messicanità fin dal suo stesso toponimo). Le decine di autori nostrani intervenuti in carne e ossa a sostenere il made in Italy cartaceo non sono bastati a placare le attese per l’autore di “Gomorra”. Gli annunci a singhiozzo su una sua possibile, improvvisa epifania hanno reso il suo titolo il più richiesto dai visitatori, che avevano digerito con assai meno irrequietudine la defezione di Andrea Camilleri, incapace di sopportare un volo aereo così lungo senza incatramarsi i polmoni di nicotina.
Saviano ha ormai acquisito un alone eroico nei paesi di lingua spagnola e anche nel Messico dei narcos stragisti in confronto al quale le zone del Casertano sembrano un kindergarten. Il nome di cartello a Guadalajara è rimasto lui, anche quando sono avvizzite le ultime speranze di un suo arrivo a sorpresa. Il quotidiano argentino Clarín, ha scritto dell’“assenza onnipresente” dell’autore di Gomorra. E ha lavorato di malizia commentando sulle speculazioni off the records degli editori che lasciavano immaginare una sua imminente comparsa perché “più pericolo corre, più libri vende”.
L’onda lunga dell’attesa frustrata era stata peraltro lanciata dai periodici spagnoli. Ad esempio il quotidiano conservatore Abc che aveva dato ampio spazio alla polemica, passata da noi pressoché sotto silenzio, tra la parlamentare svedese Cecilia Wikström e l’ambasciatrice italiana a Stoccolma, Anna Della Croce Brigante Colonna. Dopo un dibattito sulle rive del Baltico tra l’autore di Gomorra e Salman Rushdie, la deputata aveva promosso un manifesto di supporto a Saviano e a favore della libertà d’espressione conculcata, in cui la nostra ambasciatrice aveva ravvisato la descrizione di un’Italia un po’ troppo a tinte fosche. Ma per la corrispondente di Abc, Carmen Villar Mir, si prefigurava come imminente un durissimo scontro diplomatico tra Stoccolma e Roma. Addirittura. D’altronde, oltre i Pirenei, ultimamente, piace il tiro al piccione italiano.