Rogo Thyssen, continua la strage: muore il capo dei pompieri per malore

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Rogo Thyssen, continua la strage: muore il capo dei pompieri per malore

04 Gennaio 2008

E’ morto Giorgio Mazzini, capo del corpo dei Vigili del fuoco,  accasciatosi per un malore, mentre si trovava
in tribunale, a Torino, per incontrare i magistrati che si occupano del rogo
alla ThyssenKrupp.

E proprio in una stanza del palazzo di Giustizia del capoluogo
piemontese Giorgio Mazzini, fra l’altro, anche vice capo del Dipartimento del Vicinale,
 che si occupa di soccorso pubblico e
difesa civile, è stato colto da un grave malore ed è morto a causa della
rottura di un aneurisma che sanguinava da un paio di giorni. Aveva 67 anni, era
spostato e aveva due figli. Sarebbe andato in pensione tra due mesi.

Il funzionario si è accasciato al suolo all’improvviso, senza
nessuna avvisaglia precedente. Al momento del malore si trovava nell’ufficio
dell’ispettore di polizia giudiziaria, Raimondo Romanazzi, uno dei più stretti
collaboratori del pubblico ministero Raffaele Guariniello. Il colloquio era
stato concordato nel quadro degli accertamenti sul rogo alla Thyssenkrupp dello
scorso 6 dicembre.

I soccorsi a Mazzini sono stati immediati ma si sono rivelati
inutili. I sanitari hanno tentato un massaggio cardiaco, ma senza esito. Sul
posto, al quinto piano del palazzo, sono giunti subito dopo un medico legale
per svolgere gli accertamenti di rito, il procuratore capo Marcello Maddalena e
il procuratore generale Giancarlo Caselli che ha detto: “È stato un triste,
tragico malore”.

Intanto un piccolo incidente si è verificato ai funerali di Giuseppe
Demasi, l’ultimo dei 7 operai della ThyssenKrupp ad essere morto a causa del
rogo. Mentre nella chiesa che sorge nell’ex area delle ferriere di Torino, si
celebrava la cerimonia funebre, all’esterno c’è stato qualche momento di
tensione quando i colleghi di Demasi si sono scagliati contro la corona di
fiori inviata dalla ThyssenKrupp scaraventandola per terra.

E proprio alla ThyssenKrupp si è rivolto il ministro del Lavoro
Cesare Damiano, al termine del rito funebre. “Dirò ai rappresentanti della
ThyssenKrupp che hanno sbagliato, soprattutto all’inizio quando c’e’ stato un
silenzio che è stato letto come una sorta di indifferenza, e gli dirò di
guardare al futuro di questi lavoratori. La ThyssenKrupp – ha annunciato
Damiano – mi ha chiesto un incontro, che le è stato concesso. C’è bisogno che
l’azienda recuperi. Il governo si sta muovendo, sta facendo delle leggi, ma non
è sufficiente se nelle imprese non c’è la cultura della sicurezza e della
prevenzione”.

Ma la strage della ThyssenKrupp
sembra essere accompagnata da sempre nuovi lutti. È morta infatti anche la
madre dell’unico operaio sopravvissuto al rogo dell’acciaieria , Antonio
Boccuzzi, la cui foto con la fronte bruciata ha fatto il giro del mondo. È un dolore
che si aggiunge ad altro dolore quello che circonda il tragico incidente
dell’acciaieria torinese.

“È un dolore senza fine, speriamo che il 2008 ci aiuti a tirare
su la testa», commenta sconsolato Ciro Argentino, delegato Fiom della
ThyssenKrupp. La madre di Boccuzzi, era malata da tempo, ma la sua morte
proprio in questo momento ha sconvolto Boccuzzi. “Come sta? È facile
immaginarlo – dice il suo collega di lavoro – lui era molto legato alla madre”.