Roma al ballottaggio. Vince Marino ma Alemanno ci crede ancora

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Roma al ballottaggio. Vince Marino ma Alemanno ci crede ancora

Roma al ballottaggio. Vince Marino ma Alemanno ci crede ancora

27 Maggio 2013

Roma aspetta il ballottaggio. 13 punti non sono pochi da recuperare ma il sindaco Alemanno ci crede ancora. Ignazio Marino vince con il 42,6%, stacca Gianni Alemanno  che si ferma al 30,2% e mette un’ipoteca sulla Conquista del Campidoglio. Ma resta l’incognita dell’astensione ed è su questi elettori che si concentrerà l’attenzione dei due sfidanti. Sono andati a votare il 20% dei romani in meno del 2008 (da 73,5 per cento si è scesi a una affluenza del 52,8%). De Vito, il candidato 5 Stelle, si ferma al 12,4%. Marchini sfiora il dieci per cento. Il Pd è il primo partito (26%), seguito da Pdl (19%), M5S (13%), Lista Marchini (7%), Fratelli d’Italia e SeL (6%).

Marino – il chirurgo prestato alla politica – parla sul tardi, punta sul pragmatismo, "le buche di Roma", chi è senza casa senza lavoro. "La città vuole cambiare, la corsa però non è finita", avverte e apre ai 5 Stelle, dicendo che Pd e grillini a Roma possono convergere su temi comuni. Rialza la testa anche il Pd, intervengono Nicola Zingaretti fresco della vittoria in Regione, e il segretario regionale Gasbarra. Presenti al Comitato di Marino anche il segretario Pd Epifani e il leader di SeL Vendola. "I nostri candidati sono andati bene ovunque. Malgrado la scarsa affluenza i nostri elettori hanno voluto premiare la serietà e la capacità dei nostri amministratori", dice Epifani.

Alemanno sfida il suo avversario, "Nessuno vuole essere il sindaco di metà dei romani", dice invitandolo a confrontarsi ancora fino al ballottaggio, senza "addormentarsi" sul risultato. "Partita ancora aperta" per Alemanno, dunque, "bisogna capire il perché dell’astensionismo soprattutto dei giovani" dice il sindaco spronando i suoi. "Il ballottaggio non è il secondo tempo di una partita ma un match totalmente diverso. Su Rutelli nel 2008 ho vinto per 84mila voti, ora da Marino mi separano 124mila preferenze". De Vito ammette il flop dei 5 Stelle, ma non lo considera "vistoso". Aggiunge che non voterà al ballottaggio ma apre a una "consultazione on line" sul da farsi. Marchini, infine, è soddisfatto. "Abbiamo ucciso il consociativismo," dichiara, e sapendo quanto pesano adesso i suoi voti aggiunge "non farò il vice di nessuno ma faremo una grande attenzione ai programmi e ai valori".