Roma, arrestati per riciclaggio il “re delle slot” e Laboccetta

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Roma, arrestati per riciclaggio il “re delle slot” e Laboccetta

13 Dicembre 2016

Dall’accumulazione illecita di decine di milioni di euro sottratti alle casse dello Stato all’acquisto della famosa casa di Montecarlo ereditata da Alleanza nazionale, passando per un decreto che si sospetta “comprato” per continuare a guadagnare soldi con la gestione dei videogiochi. E’ la trama scoperta dall’indagine della Procura di Roma e della Guardia di finanza che ha portato all’ordine di arresto per l’imprenditore Francesco Corallo, ribattezzato “re delle slot machine“, l’ex deputato Amedeo Laboccetta e altre tre persone coinvolte nel presunto riciclaggio, condotta in collegamento con l’autorità giudiziaria olandese che ha competenza su una parte delle isole Antille.

Dodici gli indagati dalla procura di Roma che ha riaperto due anni fa un fascicolo avviato dai colleghi di Milano. Con Francesco Corallo, arrestato ai Caraibi, sono indagati Giancarlo e Sergio Tulliani, e Amedeo Laboccetta, già parlamentare, coordinatore cittadino del Pdl a Napoli, anche lui arrestato. Nel novembre del 2011 era stato proprio quest’ultimo a opporsi al sequestro di un computer di Francesco Corallo, sostenendo che si trattava di un pc con materiali inerenti la sua attività di parlamentare. Corallo, con un gruppo di manager italiani e stranieri e il fidato Laboccetta è indagato per associazione per delinquere, peculato e riciclaggio di 85 milioni di euro, ovvero i tributi dovuti dall’Atlantis world group of companies e della BPlus Giocolegale Ltd, aggiudicataria della gestione telematica dei giochi. 

Cinquanta degli 85 milioni, tra il 2004 ed il 2007, e poi fino al 2014, sarebbero finiti verso conti correnti esteri olandesi, ed inglesi di altre società del gruppo Corallo e successivamente verso un conto corrente di società offshore acceso a Saint Maarten (Antille Olandesi), sempre di Francesco Corallo. Attraverso uno scambio di liquidità sarebbero poi spariti dall’Atlantis altri 150 milioni transitati via Gran Bretagna e Shanghai a Saint Maarten, Curaçao, Santa Lucia e reinvestiti in attività immobiliari a Saint Maarten. Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione di Rudolf Baetsen due società offshore per poter far transitare i soldi destinati alle Antille. Proprio Baetsen avrebbe finanziato l’acquisto dell’appartamento di Monaco, in boulevard Princesse Charlotte 14, già di proprietà di Alleanza Nazionale, rilevato da Giancarlo Tulliani e poi passato da una sua società a un’altra. Attraverso i conti di Giancarlo e anche di Sergio Tulliani sarebbe passato il denaro sottratto al fisco da Corallo: 2 milioni e 600 mila euro, hanno ricostruito i magistrati e i finanzieri.