Roma, baby squillo: condannata una mamma, sapeva cosa faceva la figlia
28 Ottobre 2016
di Redazione
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Montesacro hanno arrestato la mamma di una delle giovanissime ragazze coinvolte nello scandalo delle cosiddette “prostitute minorenni ai Parioli”, portato alla luce, nell’ottobre del 2013, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci. Dopo il rigetto del ricorso in Cassazione, è diventata definitiva la sentenza di condanna, emessa dalla Corte d’Appello di Roma, con le accuse di prostituzione minorile aggravata; i Carabinieri di Roma Montesacro hanno così notificato alla donna il conseguente ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma.
Era il 28 ottobre del 2013 e la donna, una romana oggi 46enne, venne arrestata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Presentato ricorso e rigettato, i militari hanno accertato come la donna fosse perfettamente al corrente dell’attività di prostituzione minorile della figlia, favorendola e percependone anche parte dei profitti.
Per quanto concerne la 46enne arrestata quest’oggi, ad incastrarla ci hanno pensato anche le intercettazioni telefoniche choc in cui vennero fuori le minacce che la madre faceva alla figlia: “Allora rifletti bene su quest’aspetto della scuola, per cortesia… perché sennò è inutile che… io ti ritiro e…”, diceva la madre alla 14enne. La risposta della figlia era: “Non mi puoi ritirare mamma, non c’ho 16 anni, non lo puoi fare”. E la madre: “A posto, allora ce devi annà perché fino a che non…”. E la figlia la interrompe: “Io voglio andarci mamma io ci voglio andare però non voglio andarci senza aver fatto i compiti”.“
Lo scandalo delle prostitute minorenni ai Parioli venne portato alla luce dai carabinieri nell’ottobre del 2013. Una storia dai contorni torbidi. A capo dell’organizzazione criminale è risultato Mirko Ieni, condannato a dieci anni di carcere. Assieme a lui condanne anche per altre nove persone, sei anni alla mamma di una delle due ragazzine minorenni e condanne tra i sette e i tre anni, con pene pecuniarie, agli altri sei personaggi coinvolti nella vicenda, secondo la sentenza inflitta dal gup Costantino De Robbio nel processo con rito abbreviato.