Roma, donna senegalese si dà fuoco: voglio vedere Wade

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Roma, donna senegalese si dà fuoco: voglio vedere Wade

07 Dicembre 2007

Si chiama Kebe Paihda Gotha ed ha 41 anni la donna senegalese che questa mattina si è data fuoco in Piazza del Campidoglio, a Roma.

Ora è ricoverata al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Eugenio, in prognosi riservata e riporta ustioni di terzo grado sul 70% del corpo e secondo il primario del reparto, il professor Paolo Palombo, “si puó dire che è in pericolo di vita”.

Ha raccontato di essere “la nipote” del presidente del Senegal Maitre Abdoulaye Wade, forse intendendo il grado di parentela secondo la cultura africana che, come è noto, è piú ampio e si riferisce piú al clan che ad una discendenza diretta.

In ogni caso una storia intricata, almeno come l’ha raccontata suo marito: sembra che Kebe (due figli che vivono a Roma, altri due in Africa) abbia aiutato molto Wade dall’Italia nella campagna elettorale che lo ha portato alla rielezione lo scorso febbraio, ma una volta acclarati i risultati il presidente non l’avrebbe piú presa in considerazione.

Da allora, lei sfrutta ogni occasione per incontrarlo e la visita di Wade a Roma era da non perdere: già in mattinata Kebe si era recata all’hotel dove ha soggiornato il presidente (il St. Regis Grand Hotel di via Emanuele Orlando) ma era stata allontanata dagli uomini della sicurezza. Quindi, è salita in Campidoglio, dove è avvenuto il folle gesto: “sembrava una torcia umana”, raccontano gli agenti.

La donna, riferiscono infatti fonti dei Carabinieri della stazione di Roma centro della quale fa parte l’agente che è prontamente intervenuto per soccorrere la senegalese con un estintore, faceva parte di un gruppo di circa venti dissidenti che stavano manifestando contro Wade, invitato questa mattina a partecipare nel palazzo del Comune ad un incontro con le comunità africane romane.

Improvvisamente Kebe si è allontanata dal gruppo e, dopo essersi cosparsa di un liquido infiammabile, si è data fuoco con un accendino davanti all’ingresso di Sisto IV, alla sinistra del palazzo Senatorio.

Kebe Paihda Gotha è ora ricoverata all’ospedale Sant’Eugenio: all’arrivo dell’ambulanza, raccontano testimoni dell’accaduto, riportava molte ustioni sulle gambe e sul torace.

Dall’ospedale spiegano che novità sulla situazione clinica della donna non ce ne saranno per 24/48 ore, a meno che le sue condizioni fisiche non dovessero tragicamente peggiorare.

Nel frattempo, il Campidoglio ha dato “disponibilità ad assistere la famiglia di Kebe Paihda Gotha: seguiamo con estrema attenzione l’evolversi delle condizioni di Kebe Paihda Gotha”, scrivono in una nota gli assessori alle Pari Opportunità Cecilia D`Elia e alla Sicurezza Jean-Leonard Touadi, “il Comune è a completa disposizione per fornire assistenza alla famiglia della donna, il cui gesto di protesta, resta legato a motivi di carattere personale”.