Roma, il Tar blocca l’ordinanza “anti-botti” della Raggi: “Provvedimento non motivato abbastanza”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Roma, il Tar blocca l’ordinanza “anti-botti” della Raggi: “Provvedimento non motivato abbastanza”

29 Dicembre 2016

L’ordinanza con la quale il sindaco di Roma, Virginia Raggi, vietava i “botti” di Capodanno è un provvedimento non sorretto da un’idonea istruttoria né da una sufficiente motivazione. Così il Tar del Lazio nel decreto cautelare monocratico con il quale ieri ha accolto la richiesta delle società Sfxbattistelli, Pirotecnica Miva di Contarelli Bruno, Dp Group, Pirotecnica Stefano Nomaro, La Pirotecnica di Emanuele Bonsanti, Orzella Antonio, Proietti Muzi Ada, di sospendere l’ordinanza n. 145 del 22 dicembre scorso. L’ordinanza voleva che dal 29 dicembre e fino alle 24.00 del primo gennaio venisse disposto su tutto il territorio di Roma Capitale il divieto assoluto “di usare materiale esplodente, utilizzare fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti“.

Il ricorso è stato presentato dall‘associazione pirotecnica italiana che tramite l’avvocato Marcello Giuseppe Feola ha depositato un ricorso al Tar Roma per ottenere la revoca dell’ordinanza numero 145 emessa il 22 dicembre. Probabilmente i giudici hanno rilevato un errore di tipo formale perché il divieto sui fuochi entra in una sfera di sicurezza e ordine pubblico e quindi avrebbe dovuto essere emanato dal Viminale, ovvero dal prefetto, e non dal Comune.

Ma i fuochi d’artificio non sono certo la grana più pesante per la Raggi. Il Campidoglio affoga nei debiti ma intanto assume nuovi dirigenti mentre non si riesce neppure a risolvere la malagestione dei canili dopo che l’Anac, l’autorità anticorruzione, ha bloccato l’ipotesi di nuove proroghe agli attuali responsabili ai quali negli anni era stata affidata la gestione senza indire alcuna gara pubblica.