Roma: in sciopero i lavoratori dell’Opera. Bloccato l’Ernani
24 Novembre 2013
di redazione
La prima del teatro dell’Opera di Roma, prevista per il 27 novembre, e tutta la produzione dell’Ernani diretto da Riccardo Muti sono state annullate a causa dello sciopero del personale della struttura. Lo ha deciso oggi l’assemblea dei lavoratori del teatro, per protestare contro l’ipotesi di commissariamento. Lo rendono noto i sindacati Cgil, Libersind e Fials. Intanto i lavoratori del Costanzi con un comunicato stampa chiedono subito un tavolo istituzionale con Campidoglio e Regione Lazio "per fare chiarezza sul reale progetto per il futuro del teatro dell’Opera di Roma come centro di produzione nazionale di eccellenza di Lirica e Balletto. Al momento, mancano addirittura le coperture finanziare per l’erogazione degli stipendi di novembre e dicembre e non risulta pervenuto neppure il versamento di 1 milione di euro necessario alla copertura dei contributi I.N.P.S., già annunciato come effettuato oltre una settimana fa dal Campidoglio e confermato per le vie brevi dall’Assessore Flavia Barca negli incontri di questa settimana", continuano, puntando il dito contro il Comune di Roma e la Regione Lazio. Dal canto suo, Nicola Zingaretti, presidente della Regione, ha dichiarato: "Incomprensibile e immotivata la proclamazione dello sciopero che farebbe saltare la programmazione dell’Ernani. Come Regione faremo la nostra parte. Ho già inviato al sovrintendente il piano dei pagamenti che grazie al Decreto 35 e all’accordo con l’Abi, ci permette d’iniziare subito il pagamento delle quote. La Regione vuole tornare ad essere un interlocutore credibile, affidabile e propositivo". Ha espresso il suo parere anche il sindaco Ignazio Marino: "La Regione Lazio ha confermato che verserà al Teatro dell’Opera le risorse che non state erogate dall’amministrazione Polverini negli anni 2011 e 2012. Bisogna evitare ogni forma di strumentalizzazione dei lavoratori e delle loro preoccupazioni. Se qualcuno vuole giocare allo sfascio sta commettendo un grave errore".