Roma, Marchini: “Aiutare Renzi? No, battere Raggi. Berlusconi vuole vincere”

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Roma, Marchini: “Aiutare Renzi? No, battere Raggi. Berlusconi vuole vincere”

02 Maggio 2016

“Dare una mano a Renzi? Secondo me è l’opposto. Io sono l’unico a poter competere con Raggi al ballottaggio e Berlusconi”, lo ha detto stamattina a Omnibus Marchini, candidato sindaco per Roma. “Berlusconi vuole vincere,” ha aggiunto Marchini, “ha scelto di rafforzare me proprio per battere la Raggi. Sono ovviamente molto più forte di Meloni”. Marchini smentisce quindi che il patto con Forza Italia sia una riedizione del Nazareno. Nel gesto del Cavaliere, spiega l’imprenditore romano, “trovo tutto fuorché la volontà di rafforzare Renzi”.

“È riconosciuto da tutti che sono io il candidato più forte al ballottaggio contro la Raggi”, rincara la dose Alfio Marchini, in visita al Mercato Trionfale per uno degli appuntamenti delle Comunali Roma. “Il fatto che Berlusconi abbia capito questo e abbia aiutato a creare le condizioni affinché io possa andare al ballottaggio mi pare la risposta più chiara che il nostro obiettivo sia quello di vincere e vincere bene”.

“Bertolaso sarà nella squadra come assessore e anche molto di più,” prosegue Marchini. “Io considero Bertolaso una straordinaria risorsa, stiamo pensando per lui a un ruolo ad hoc che vada ben oltre Roma e che occupi tutta l’area metropolitana e possa valorizzare tutto il potenziale di capacità e competenza di lavoro che questa città deve dimostrare”. Le elezioni a Roma, secondo il candidato, sono una prova locale “che ha come unico obiettivo quello di creare le condizioni per riuscire a rimettere a posto questa città”.

“Io ho sempre sostenuto l’importanza che i partiti si aprano e si ossigenino con la società civile, nel momento in cui qualcuno, coraggiosamente, fa un’apertura noi abbiamo il dovere di coglierla e di accogliere questo guanto di sfida che ci è stato lanciato”. A Omnibus, Alfio aveva detto: “Io punto non a uno, ma a due mandati da sindaco della Capitale. Devo ancora fare il primo, ma ciascuno di noi deve avere una visione, una meta. Io ne sono profondamente convinto”.

“Do un consiglio a Renzi, come fossi un suo consulente, perché è un errore che lui fa. Dopo 20 anni di berlusconismo, la retorica è consumata in tutti i suoi modi, alla gente non frega più niente delle promesse. Bisogna rompere l’imbroglio che hanno fatto i partiti trasformando il diritto del cittadino in un privilegio da ottenere in cambio del voto o di una mazzetta. Io amo il mio Paese: quello che posso fare è prendere la capitale e trasformarla, facendo una chiamata ai migliori e dimostrare che si può fare”.