Roma, Raggi e le partecipate: al setaccio conti e società
22 Giugno 2016
Virginia Raggi è pronta a insediarsi in Campidoglio e il Movimento 5 Stelle punta al bersaglio grosso delle aziende partecipate, Ama (rifiuti), Atac (trasporti) e Acea (acqua ed energia elettrica). E’ da qui che potrebbe iniziare la ‘rivoluzione’ promessa dai grillini per la Capitale.
Raggi deve fare i conti con il disastro nei conti pubblici del Comune di Roma, fra 13 e 16 miliardi di debito, e in pentastellati promettono tagli massicci agli sperperi, proprio nelle aziende partecipate. “Cominceremo dagli sprechi, 1,2 miliardi l’anno”, ha detto al canale Euronews la Raggi.
Ieri la Raggi ha avuto una riunione alla Camera con il direttorio M5S. Oltre ai quattro assessori già noti – Paolo Berdini (Urbanistica), Luca Bergamo (Cultura), Paola Muraro (Ambiente) e Andrea Lo Cicero (Sport) – si parla di Antonio Blandini per le partecipate.
Blandini potrebbe ricevere un incarico a tempo o ‘di scopo’ per sfoltire le 80 partecipate del Comune. Blandini insegna diritto commerciale all’Università Luiss a Roma e alla Federico II a Napoli. Di recente è stato commissario liquidatore della Vecchia Carife (Cassa di risparmio di Ferrara).
L’assessore al Bilancio si occuperà dell’audit – la verifica – sul debito di Roma. “Una cosa che non è mai stata fatta”, ha sottolineato Raggi. La precondizione per rinegoziarlo a tassi d’interesse più bassi e recuperare risorse per i servizi.
Quello sulle partecipate non sarà uno spoil system puro, fanno notare dall’entourage della Raggi, nessun cambio della dirigenza sistematico. Si valuterà il lavoro fatto dai vertici – che stanno rimettendo il mandato -, puntando ad un miglioramento dei servizi.
Raggi ha promesso di eliminare consulenze e appalti esterni inutili o poco chiari. Su questi ultimi si lavorerà di concerto con l’Autorità anticorruzione (Anac). Intanto il presidente Raffaele Cantone ha smentito che sia stata aperta un’istruttoria sulla consulenza dell’avvocato Raggi con la Asl di Civitavecchia, tema che ha incendiato la vigilia del voto.
I candidati assessore al Comune di Roma saranno tenuti ad operare in sintonia “con le indicazioni date dallo staff” di M5S, si apprende da fonti pentastellate. E per tutti, in caso di inadempienze, il rischio è di multa per danno di immagine di almeno 150 mila euro.