Roma: Raggi, la famiglia marocchina cacciata a San Basilio e il degrado delle periferie

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Roma: Raggi, la famiglia marocchina cacciata a San Basilio e il degrado delle periferie

09 Dicembre 2016

Sono alcune decine di abitanti dei palazzi popolari di San Basilio, alla periferia di Roma, ad aver negato a una famiglia marocchina l’ingresso nella casa popolare che gli era stata assegnata, per difendere un occupante abusivo italiano. Il padre Mourad, un operaio, la madre Fatya, senza lavoro, e i tre bambini piccoli, sarebbero stati anche oggetto di insulti razzisti. La famiglia ha rinunciato alla casa.

I pm della Procura di Roma si occuperanno quindi delle denunce a carico di almeno cinque persone che hanno partecipato alla protesta. L’accusa è minacce e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e violazione della legge Mancino sull’odio razziale. Secondo alcune fonti, l’indagine potrebbe toccare anche interessi illegali sullo sfondo del racket degli alloggi popolari e soprattutto dello spaccio della droga. Ma questa versione è stata duramente contestata dagli inquilini del palazzo di via Filottrano e da altri abitanti di San Basilio.

“Qui abbiamo votato in tanti per la Raggi e adesso ci aspettiamo che venga di persona”, dicono. “Altrimenti la prossima volta non la rivotiamo”. “Non siamo razzisti, ma così ci costringono a una guerra tra poveri“, dicono i parenti dell’occupante, abusivo, della abitazione. “Di noi italiani che viviamo in macchina o nei camper non frega niente a nessuno”.

Virginia Raggi ha quindi incontrato la famiglia marocchina, “costretta ad abbandonare una casa popolare che era stata loro regolarmente assegnata qui a Roma”, scrive il sindaco su Facebook. “Un episodio di intolleranza da parte di una minoranza che con gesti inqualificabili ha offeso tutto il quartiere di San Basilio e la città. Ho detto loro che Roma non intende indietreggiare di fronte all’odio e alla non inclusione. Sarà assegnata loro una nuova casa”.

Raggi posta sul suo profilo Facebook un disegno con un grande cuore regalatole da uno dei figli di Mourad e Fatia, aggiunge: “L’abbiamo sempre detto: nessuno deve rimanere indietro. E così è. L’accoglienza ed il senso di comunità sono valori condivisi da tutti i romani. La città abbraccia con affetto Mourad, Fatia e i loro bambini. Rispetto della legalità, integrazione e riqualificazione delle periferie sono l’antidoto contro il degenerare dell’intolleranza e del non rispetto: una lotta nella quale sono sempre gli ultimi a rimetterci”. Il disegno che le è stato regalato, conclude, “vale più di mille parole”.

Ma il problema del degrado delle periferie e di come affrontarlo per ora resta un auspicio, in attesa di capire quali saranno le prossime mosse del sindaco per evitare il ripetersi di vicende come questa.