Roma senza pace
05 Settembre 2015
Quella di Roma e’ ormai una saga febbricitante e al limite insensata.
Prima lo scandalo di Mafia Capitale, poi gli editoriali al fulmicotone del New York Times, per tutto agosto la storiaccia nera del funerale dei Casamonica, fino alle vacanze no limits del sindaco – «Anvedi ecco Marino!» – con tanto di contestazioni all’arrivo e la via di fuga aperta dalla scorta.
Tutto ciò nel quadro fatto dal ministro Alfano con la sua relazione in Consiglio dei ministri, che ha restituito un’immagine a tratti dura della Capitale, quel clima pesante che si respira in città aspettando un evento globale come il Giubileo.
Così Marino prova a scansare la fotografia sconfortante e incontrando il prefetto Gabrielli si toglie il sassolino dalla scarpa: «Quanto presentato lo scorso 27 agosto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è una fotografia datata della situazione del comune di Roma, che risale al 2014».
Gabrielli, che pure deve costruire un rapporto di collaborazione con il sindaco, e dimostrare che l’amministrazione capitolina è in ripresa non più in difesa, prova a sostenere Marino, dice che la città sta cambiando, sottolinea il lavoro svolto dall’assessorato alla legalità.
Ma a stretto giro, arriva la risposta di Alfano al sindaco: «Marino ha ragione,» puntualizza il ministro parlando durante una conferenza stampa alla Camera, «è una foto del 2014. Gli faccio presente che lui è stato eletto nel 2013».
E in effetti come dimenticare la mistica della bicicletta che si scontra con la più profana storia del posteggio della Panda rossa, le scuse per le multe non pagate, le contraddizioni sulle visite fiscali ai vigili che disertarono il lavoro la notte di San Silvestro, la “circolare bavaglio” contro le maestre che parlavano con i giornalisti, i misteriosi scioperi selvaggi e sabotaggi nella metropolitana…
Insomma la situazione è quella che è, non da oggi né da ieri, ma dall’altro ieri. Il sindaco Marino è progressivamente finito nell’angolo e adesso mena fendenti a destra e a manca per restare in sella, un po’ alla rinfusa a nostro modesto parere.
Resta al suo posto perché qualcuno, anzi, più d’uno, a Roma non è ancora pronto al voto.
Qualcuno pensa a puntellare il sindaco perché teme di ritrovarsi con il drappo pentastellato a sventolare sul Campidoglio. Altri sono in cerca di candidati ma non trovandoli evitano di affondare il colpo. Altri ancora si sono fatti avanti e dicono di essere l’alternativa ma per adesso sembrano aspettare il corso degli eventi.
E’ una Roma senza pace, questo è certo. Una foto che purtroppo per Marino non si può più ritoccare.