Romney vince il ‘Super Tuesday’ ma il Gop è ancora diviso

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Romney vince il ‘Super Tuesday’ ma il Gop è ancora diviso

07 Marzo 2012

Il ‘Super Tuesday’  di ieri ha sancito una piccola verità politica di queste primarie Repubblicane, una di quelle nell’aria da mesi: il Grand Old Party, il partito Repubblicano ha sì un frontrunner, l’ex-governatore del Massachusetts, Mitt Romney, ma la base conservatrice del partito non lo ama e spesso gli preferisce Rick Santorum e Newt Gingrich. Così forse si capisce perché a soli tre mesi dall’inizio ufficiale della campagna elettorale per le presidenziali di Novembre, il campo Repubblicano non abbia ancora una candidato certo,in quella che sta diventando la lunga (forse troppo lunga) corsa verso la nomination Repubblicana di Tampa il prossimo 27 – 30 Agosto.

Dei dieci Stati in palio, sei se ne è aggiudicati Mitt Romney: Alaska, Idaho, Massachusetts, Ohio, Virginia e Vermont. All’ex-senatore dalla Pennsylvania, Rick Santorum sono andati invece North Dakota, Oklahoma e Tennessee. Newt Gingrich, l’ex-Speaker della House of Representatives, conquista a mani basse la Georgia, suo Stato natale. Al libertario Congressman dal Texas, Ron Paul, ‘que dalle’, niente come dicono in Francia, nessuno Stato (un dato questo che conferma l’analisi che vuole che la sua candidatura sia di testimonianza e di rafforzamento del movimento libertario all’interno del GOP).

Se Romney è riconosciuto essere il vincitore di questo ‘Super Tuesday’ e sarà, come molti commentatori sostengono, destinato probabilmente a conquistare la nomination – più per inerzia e maggior disponibilità finanziarie che per entusiasmo generato -, rimane sulla sua candidatura una spada di Damocle. Sinora Romney ha fatto un uso legittimo e disinvolto di ‘negative ads’, di spot televisivi negativi contro gli avversari, utilizzando le maggiori risorse a disposizione per soffocare gli avversari di volta in volta nelle varie sfide. La sua strategia è  quella di spendere di più dei propri avversari.

Ora, se come credono tutti finirà col prevalere, Mitt Romney se la dovrà vedere non con avversari meno ricchi, ma con la macchina da guerra Democratica di Barack Obama la quale tra risorse ancora disponibili dalla scorsa campagna elettorale e quelle nuove raccolte, potrà disporre all’incirca di 1 miliardo di dollari, oltre ovviamente alla ‘complicità’ ideologica della stampa liberal statunitense, ancora estremamente potente negli Stati Uniti. Con Obama la outspending strategy, la strategia di spesa a valanga di Romney non sarà più percorribile. Gli rimarranno solo i dibattiti televisivi per tentare di contrastare la potenza di fuoco elettorale che Obama e la sua squadra metteranno in campo, e sinora Mitt Romney non si è dimostrato un così abile oratore nei dibattiti. Far from it.