Ruby, 7 anni a Berlusconi. Nuova inchiesta contro i testimoni
24 Giugno 2013
7 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. Questa la sentenza di primo grado per il processo Ruby. Un giudizio pesantissimo, più di quanto aveva chiesto il pm Ilda Boccassini (ma come già avvenuto per il processo Mediaset). "Concussione per costrizione" e prostituzione minorile. Si apre anche una nuova inchiesta ai danni di chi aveva testimoniato a favore del Premier per ipotesi di reati come falsa testimonianza, come il viceministro Archi o il parlamentare Valentino Valentini.
Fonti dicono che Berlusconi si è detto "tramortito" dalla sentenza. In un breve comunicato di commento, il Cav. ha definito "incredibile" il giudizio, una "violenza mai vista" pur di eliminarlo politicamente. Per Berlusconi si tratta di una "persecuzione" contro cui occore "resistere", convinto della sua "innocenza".
Secondo Marina Berlusconi: "E’ stato un processo per sfigurare un nemico politico. La condanna era già scritta dall’inizio nel copione messo in scena dalla procura. Dopo anni passati a spiare dal buco della serraturra, non sono riusciti a trovare nulla". "Questo processo è stato concepito per essere celebrato sulle pagine dei giornali e nei talk show. Si sono inventati un imputato che non esiste, mio padre non è l’uomo descritto dai giudici".
Daniela Santaché esce dalla Procura e viene "assaltata" dal circo mediatico e da manifestanti fan dei giudici che la insultano e gridano "Vergogna! Tutti a casa!". Dice Santanché: "Uno schifo, una vergogna, oggi la giustizia non è di casa in questo tribunale". "Le tre donne che hanno giudicato Berlusconi hanno usato altre donne per una sentenza politica. Peggio di così era impossiile immaginare". Sulla tenuta del Governo, "il governo e l’ingiustizia non c’entrano. Berlusconi vuole che questo governo viva. Ma è un onta quella che questo tribunale ha permesso di scrivere oggi".
Arriva anche il commento del capogruppo Pdl al Senato, Schifani: "Sentenza abnorme e surreale. Con un colpevole e nessuna vittima". Ghedini, apparentemente tranquillo, spiega che non è per niente sorpreso: "Faremo appello". Il vicepremier Alfano, "Ho chiesto a Berlusconi di tenere duro". Secondo Cicchitto: "L’anomalia italiana fa un ulteriore passo avanti". Brunetta: "Oggi questa giustizia fa paura, sentenza ingiusta e aberrante per il buonsenso".
Il ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello: "Oggi è una giornata nera per lo Stato di diritto nel nostro Paese, perché giunge in primo grado al peggior compimento possibile un processo per molti aspetti surreale, celebrato sulla base di indagini di cui abbiamo più volte documentato l’illegalità. Al tentativo di espellere Silvio Berlusconi e il centrodestra dalla vita democratica attraverso armi non convenzionali, la risposta sarà una determinazione ancora maggiore per tutto ciò in cui crediamo e per cui abbiamo sempre lottato dal 1994 fino ad oggi".
Secondo il senatore Maurizio Sacconi: "Ancorché attesa e non definitiva, la sentenza di Milano contro Silvio Berlusconi rappresenta un giorno nero per la democrazia italiana. Si confermano e si esaltano l’uso politico della giustizia, la negazione dello stato di diritto, l’intreccio mediatico- giudiziario. Unica consolazione il fatto che ancora una volta la minoranza politicizzata della magistratura sbaglia la dose, esagera e rende ancor più evidente il vero scopo della sentenza. Ed è ben difficile anche per la politica non vedere la patente anomalia, confinando nella dimensione privata una vicenda processuale che è quanto di più pubblico si possa immaginare perché riguarda la libertà di tutti".
Il Fatto Quotidiano, che fece lo scoop su Ruby, commenta con Gianni Barbacetto: "Aspettare le motivazioni ma sentenza netta piena che scavalca ogni dubbio. Si pensava a un pareggio, invece la sentenza supera le possibili interpretazioni sulla induzione (la cosiddetta legge severino, ndr.), con corruzione per costrizione". "Berlusconi avrebbe telefonato piu volte da parigi per costringere i funzionari della Questura a liberare Roby". "Una costrizione suadente, fatta con il sorriso". Secondo il capogruppo grillino Morra è tempo di verificare in Parlamento la eleggilità di Berlusconi.
Il Pd neutro, "prende atto" della sentenza e "rispetta le decisioni della magistratura". I renziani: "La strada per sconfiggere Berlusconi resta il voto, le sentenze giudiziarie non devono influenzare il Parlamento. Al Paese farebbe bene una prossima battaglia elettorale sulle idee e sul futuro e non su Berlusconi e il suo passato". Nichi Vendola: "Non auspico la rovina giudizia di un avversario ma davanti a sentenza di estrema gravità, bisogna chiudere la stagione del conflitto tra politica e giustizia. In nessun Paese democratico per un politico sarebbe possibile permanere nella sua posizione. Per decoro, Berlusconi deve lasciare". D’Alema: "Le sentenze non si commentano e io non parlo con la pancia".
Peccato che sia Berlusconi che Ruby abbiano sempre negato di aver avuto rapporti sessuali. Né Ruby, né i funzionari si sono costituiti parte civile. Ruby aveva recentemente mostrato il passaporto con nazionalità marocchina, e aveva lei stessa dichiarato di essere la nipote di Mubarak. Va considerato infine che nella storia giudiziaria italiana ci sono state sentenze pesanti emesse in un grado che vengono poi riformate nei gradi successivi. Se è vero che le sentenze non si commentano, l’impressione ancora una volta è che si tratti di sentenza politica e che la politica sia entrata nei tribunali a gamba tesa.