Ruby faceva la nipote di Mubarak anche prima di conoscere il Cav.
22 Febbraio 2011
L’assist che non ti aspetti arriva dal Fatto Quotidiano. La rivelazione parte da Messina, piomba a freddo sul Ruby-gate, e assesta un nuovo duro colpo al castello accusatorio e all’autoproclamata competenza della magistratura ordinaria milanese a indagare e giudicare Silvio Berlusconi.
Lo scenario è ancora la spericolata esistenza di Ruby Rubacuori, che i segugi di Travaglio&Padellaro sono andati a setacciare fin nella ridente Trinacria. Dove nei giorni scorsi hanno scovato e convinto a parlare la titolare di un centro benessere, al secolo Ester Fragata, che due anni fa era entrata in contatto con Karima El Mahroug tramite un comune amico e alla giovane marocchina aveva dato lavoro in cambio di vitto e alloggio. Il rapporto fra le due andò a finire male, con un’accusa di furto a carico di Ruby (respinta dall’interessata) e un processo ai blocchi di partenza. Ma più che l’addio con rancore, a lasciare il segno sarà un dettaglio della loro conoscenza.
Ecco infatti il racconto di Ester al Fatto Quotidiano. Occhio alle date: "Alla fine di gennaio 2009, un mio amico titolare di un bar mi propone di fare un colloquio a una ragazza di colore, che non ha casa e potrebbe darmi una mano per rispondere al telefono. Arriva Karima, la chiamo così perché all’epoca non aveva nulla della Ruby di oggi, era molto dimessa, le labbra non erano gonfie di silicone, le tette non avevano subito trattamenti di mastoplastica additiva, tant’è che lei usava due reggiseni per aumentarne il volume e aveva sulle spalle un modesto zainetto con dentro soltanto un pigiama. Insomma si presentò come la piccola fiammiferaia che cercava un luogo che le offrisse un pezzo di pollo al forno". Ma lei credette alla sceneggiata?, chiedono i giornalisti del Fatto. "Certo", risponde Ester Fragata. "Doveva sentirla come recitava bene. Mi raccontò già allora di essere la nipote di Mubarak, in presenza di un mio amico, l’architetto Di Bernardo…". Tutto questo a gennaio 2009, quando Berlusconi e Karima non si erano ancora mai conosciuti.
La notizia ha del clamoroso. Non solo perché il racconto di Ester smentisce la versione di Ruby ai pm di Milano, secondo la quale sarebbe stato proprio Berlusconi a suggerirle di raccontare in giro la storia della parentela con Mubarak (ed è un po’ difficile che al Cav. sia venuta in mente la stessa identica balla che la sua interlocutrice raccontava quando ancora non si conoscevano). Non solo perché tutto questo va ad aggiungersi alla testimonianza di un interprete egiziano che assistette a una conversazione fra Berlusconi e Mubarak durante la quale il premier italiano riferì all’ex presidente egiziano di aver conosciuto una sua congiunta, a riprova del genuino convincimento del Cav. che proprio della nipote del Raìs del Cario si trattasse. Ma soprattutto perché sull’idea che Berlusconi sapesse che Ruby non era né egiziana né nipote di Mubarak la magistratura milanese ha fondato la sua pretesa di poter prima indagare e poi giudicare il premier scavalcando a pié pari il Tribunale dei Ministri. E se queste sono le premesse, c’è da scommettere che di qui al processo ne vedremo delle belle.