Ruby ter, il giudice bacchetta i pm: “capi d’imputazione troppo generici”
19 Marzo 2016
Questa mattina il giudice preliminare Anna Laura Marchiondelli ha rispedito alla Procura il capo di imputazione del caso Ruby ter. Doccia freddina sui magistrati che accusano Silvio Berlusconi e un’altra trentina di imputati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Nell’udienza preliminare, Berlusconi è imputato, infatti, per corruzione in atti giudiziari insieme con Ruby, con l’avvocato Luca Giuliante e una ventina di ragazze, da Iris Berardi a Marysthelle Polanco, sino alle gemelle De Vivo.
Il capo di accusa sarebbe troppo generico: non si capirebbe dove e quando il reato di corruzione sarebbe stato commesso, se al Cavaliere venga contestato uno o più reati, e di conseguenza quale sia il tribunale competente a celebrare il processo. I pm avranno tempo fino all’1 aprile per cercare di mettere qualche pezza alle fin troppo vistose lacune individuate dal gip.
La decisione della giudice è arrivata in apertura della nuova udienza in cui doveva essere sciolta la riserva sulla eccezione che i difensori di Berlusconi, Franco Coppi e Federico Cecconi, avevano presentato il 18 marzo. Chiedevano che tutto il fascicolo venisse mandato a Roma perché il primo pagamento, tra quelli individuati dalla procura e considerati dai pm la contropartita per le bugie raccontate dai testimoni nel processo principale, era stato effettuato nella capitale.
I pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio si erano opposti, sostenendo che invece tutto doveva restare a Milano perché l’ultimo pagamento era avvenuto a Segrate. E i due pm sembravano sicuri del fatto loro, tanto da presentarsi in aula convinti di illustrare la loro richiesta di rinvio a giudizio, accompagnati da Piero Forno, il pm che per primo interrogò Ruby e che oggi dirige la procura di Milano.
Invece arriva la sorpresa: e l’esito di un’udienza che per la Procura si annunciava tutta in discesa improvvisamente si complica.