Rubygate, Sabelli (Anm): magistratura fa solo il suo dovere. Davvero?
01 Giugno 2013
di redazione
Il Presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, alza lo scudo, sia sul Ruby Bis che sul processo alla trattativa stato-mafia. In quest’ultimo caso, dice Sabelli, "occorre evitare interventi che possano essere letti come interferenze", mentre sul processo Ruby, "si rinnova il campionario di attacchi scomposti", quelli del Pdl, ovviamente, dopo le critiche giunte dal partito ai 7 anni di reclusione chiesti per Fede, Mora, Minetti accusati di prostituzione minorile. "L’Anm ribadisce il sostegno e la fiducia in una giustizia serena e indipendente che non si lascia condizionare né intimidire", dunque, chi critica il potere giudiziario è in malafede. Sabelli difende i Pm di Milano, che fanno quanto prescritto dalla Legge. E’ la stessa linea tenuta ieri dal Pm Sangermano, che ha evocato la obbligatorietà della azione penale descrivendo la realtà "orgiastica" del Rubygate, "la legge è stata violata", sostiene il Pm, la "dignità di una minorenne è stata violentata". Fa niente se la minorenne non diceva certo di essere tale. Chi accusa la magistratura di aver spiato dal buco della serratura, "è in malafede", "animato da tesi precostituite", Sangermano legge allo stesso libro di Sabelli. Un giorno è arrivato sul tavolo della procura di Milano "una macroscopica notizia di reato su una ragazzina minorenne che girava per la città con pacchi di denaro in tasca, che viveva come una prostituta professionista, soggiornava in alberghi di lusso e andava in giro a raccontare che frequentava un uomo ricco e potente", e non si è potuto far altro che indagare. Insomma, questo non è un processo politico e non si vuole usare lo strumento giudiziario per fare fuori il Cav. Come no. Lo sappiamo tutti che la magistratura non ha tesi "precostituite" su Berlusconi.