Russia: 11 partita in lizza per le elezioni legislative

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Russia: 11 partita in lizza per le elezioni legislative

28 Novembre 2007

Sono undici i partiti in lizza per
le elezioni legislative russe del 2 dicembre.

Ma nella nuova
Duma (la Camera bassa del parlamento), secondo i sondaggi, ne
entreranno al massimo quattro, e forse solo due: Il primo è “Russia unita”. Si tratta del partito di
maggioranza assoluta, un super blocco di centro-destra che
controlla i due terzi della Duma (299 deputati su 450) nato nel 1999 per supportare il giovane
premier, e poi presidente, Vladimir Putin.

L’armatura del partito sono i
funzionari, gli uomini d’affari e, ovviamente, gli ex del Kgb.
Promuove una politica nazionalista e un capitalismo di Stato. Il
suo simbolo è un orso.

All’inizio di ottobre Putin ha deciso, pur non facendone
parte, di diventarne capolista unico trasformando così il voto
in una sorta di plebiscito sui suoi otto anni di potere: una
candidatura che, sotto lo slogan “Il piano di Putin, la
vittoria della Russia”, ha fatto volare il partito nei
sondaggi, con un balzo dal 47% di inizio settembre al 67% di
oggi, quasi il doppio di quando ottenuto alle precedenti
elezioni del 2003 (37,6%).

Veniamo al secondo partito. Il partito comunista (Kprf), accreditato dai sondaggi tra il 12% e
il 17%, stabile o in crescita rispetto al 12,6% del 2003, quando
conquistò una cinquantina di deputati.

Guidato dall’
inossidabile Ghennadi Zhiuganov, di fatto è l’erede del vecchio
Pcus e gran parte del suo elettorato è costituito da
nostalgici, pensionati, veterani.

Pur essendo all’opposizione,
sui temi chiavi sostiene il Cremlino, condividendone la politica
nazionalista.

In campagna elettorale, Zhiuganov ha puntato sulla
necessità di maggiori garanzie sociali, ha fustigato oligarchi
e autorità regionali che boicottano il suo partito, ma non ha
mai criticato apertamente Putin.

Il partito liberal-democratico, secondo gli ultimi sondaggi,
sembra invece essere risalito di poco sopra alla soglia di sbarramento
del 7%. È guidato dall’ultranazionalista Vladimir Zhirinovski,
forse il più eccentrico e provocatore tra i politici russi, che
ha già annunciato di volersi ri candidare al Cremlino.

Quest’anno ha perso per strada il suo numero due, Alexei
Mitrofanov, passato a Russia Unita, ma ha imbarcato Andrei
Lugovoi, che Londra sospetta come omicida dell’ex spia del Kgb
Aleksander Litvinenko: lui invece l’ha trasformato nella vittima
di un complotto britannico contro la Russia.

Il partito Russia giusta, stando agli ultimi sondaggi, potrebbe
raggiungere il tetto del 7%, recuperando il tonfo (dal 13% al
4%) seguito alla candidatura di Putin. È nato solo un anno fa
come partito di centro sinistra filo putiniano, con la
benedizione del Cremlino che puntava ad un sistema bipartitico
all’ americana, con una opposizione addomesticata. Guidato dal
presidente del Senato Serghei Mironov, mira a tagliare l’erba
sotto i piedi dei comunisti, ma per ora non sembra esservi
riuscito.

Ma cosa è precisamente la Duma? Si tratta della Camera bassa del Parlamento russo.
Ha 450 seggi, è in carica per quattro anni, vi può sedere
qualunque cittadino russo che abbia compiuto i 21 anni.

La Duma ha poteri legislativi, di ratifica delle poltrone
governative, può avviare una procedura di impeachment contro il
presidente, anche se il meccanismo è complicato al limite
dell’impossibile.

Con una maggioranza qualificata dei due terzi,
può emendare la costituzione.

Il suo potere è comunque
totalmente subordinato a quello del presidente, in base alla
costituzione voluta nel 1993 da Boris Ieltsin.

Il doppio
passaggio delle leggi – che oltre a tre gradi di lettura devono
venire ratificate da un Consiglio della federazione in pratica
in mano al Cremlino – impedisce sorprese sgradite per il potere
esecutivo.