Russia: no di Putin agli accordi sul disarmo
20 Novembre 2007
di redazione
La Russia “non intende rispettare unilateralmente i trattati Cfe sul disarmo e le forze convenzionali in Europa”: lo ha ribadito il presidente russo Vladimir Putin in una riunione dei vertici del ministero della difesa.
La moratoria sull’accordo, ha detto Putin, è una misura forzata e necessaria. Ed è uno dei passi adeguati all’aumento muscolare di alcuni paesi Nato.
Il leader del Cremlino alludeva allo scudo antimissile americano che Washington vorrebbe installare in Polonia e Repubblica ceca: “In violazione di accordi precedenti, vicino alle nostre frontiere aumentano le risorse belliche di singoli paesi e dell’Alleanza atlantica nel suo complesso, e le nostre proposte su un sistema unico di difesa, con accesso paritario di tutti i partecipanti alla gestione, restano purtroppo senza risposta”.
Il presidente russo ha ricordato che i partner dell’Alleanza “non solo non hanno ratificato il trattato, ma alcuni non lo hanno neanche firmato. Dovremmo forse aspettare anni e anni? Non possiamo restare in eterno in questa situazione”.
“Appena i nostri partner aderiranno al trattato modificato e, cosa più importante, lo rispetteranno, la Russia esaminerà la possibilità di riprendere a osservare i propri impegni”, ha aggiunto Putin.
Il trattato Cfe, concordato nel 1990 e applicato nel 1992, era stato emendato nel 1999 per adeguarlo alla realta’ post-sovietica. Ma i paesi Nato non hanno ratificato la nuova versione a causa del dispiego di forze russe in alcune zone calde dell’ex Urss, come l’Abkhazia (Georgia) e il Transdnestr (Moldavia).