Russia. Putin rilancia l’allarme terrore: sempre una forte minaccia

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Russia. Putin rilancia l’allarme terrore: sempre una forte minaccia

04 Agosto 2008

Vladimir Putin rilancia l’allarme terrorismo in Russia e ordina al suo governo di mettere in conto "decine di miliardi di rubli" per un nuovo programma di misure ad hoc. La minaccia del terrorismo "resta elevata", ha detto il premier, che sull’onda della guerra al terrorismo – all’epoca un sinonimo di questione cecena – a fine anni novanta fu catapultato dall’anonimato ai vertici dello stato ruso.

Oggi di nuovo premier, come lo era nel 1999, quando una serie di esplosioni avviarono la stagione del terrore in Russia, Putin ha riunito il presidium del governo per discutere il nuovo programma antiterrorismo. Il precedente è scaduto a fine 2007 e Putin non vuole che l’argomento venga archiviato come non più attuale: "è necessario approntare materiali e supporto tecnico per le agenzie anti-terrorismo", ha detto ai ministri del team dei suoi più stretti collaboratori, nel nome del "rafforzamento della sicurezza dello Stato, della società, e nel concreto di ogni persona".

Se oggi la Cecenia è tornata sotto controllo ed è nelle mani del famigerato quanto fedele Ramzan Kadyrov, il Sud russo continua a preoccupare le autorità centrali. Non passa giorno senza che le cronache dal caucaso settentrionale registrino esplosioni, attentati, omicidi mirati di agenti di sicurezza e di civili, soprattutto di etnia russa. Il Dagestan e l’Inguscezia, per anni retrovia del conflitto in Cecenia, sono diventati i nuovi epicentri della tensione.

Putin oggi non ha fatto esempi specifici, lasciando planare la minaccia del terrorismo senza particolari connotazioni. Ai suoi ministri ha ricordato a microfoni aperti anche la necessità di discutere gli accordi internazionali sulla materia, da sottoporre poi al presidente Dmitri Medvedev.