Russia: sospeso trattato sulle armi convenzionali
14 Luglio 2007
di redazione
Il presidente Putin ha firmata il decreto che sospende l’adesione di Mosca al Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe), citando come motivo le ”circostanze eccezionali” a cui è sottoposta la sicurezza del Paese.
Il Trattato Cfe, siglato nel 1991 dai Paesi del blocco Nato e da quelli del Patto di Varsavia, era stato modificato nel 1999 in seguito ai mutamenti degli equilibri della sicurezza in Europa.
Il documento limita il numero delle armi convenzionali, quindi di mezzi, aerei da combattimento e militari, e prevede una serie di verifiche e ispezioni fra i diversi Paesi firmatari.
Lo scorso aprile Mosca aveva anticipato la possibilità di introdurre una moratoria della sua adesione al trattato, in seguito alle tensioni con gli Stati Uniti sull’apertura di basi del sistema di difesa anti missile americano in Polonia e Repubblica Ceca.
La Russia aveva citato come ragione di quella che allora era solo una minaccia la mancata ratifica da parte della Nato della versione aggiornata del trattato, mentre l’Alleanza atlantica insiste nel condizionare la ratifica al completamento del ritiro delle forze convenzionali russa da Georgia e Moldavia.
Fonti del Cremlino, citate dall’agenzia di stampa Interfax, spiegano che la ragione della decisione di Putin è che Mosca ”non vuole essere l’unico Paese a rispettare il trattato contro i suoi stessi interessi”.