Russiagate? Targato Obama
29 Maggio 2017
L’assedio a Jared Kushner, il generino del presidente Trump, continua. Kushner nei giorni scorsi è stato accusato di aver aperto dei “canali riservati” con i russi per conto del Don quando lui, Jared, era un privato cittadino. Così, nel clima di neomaccartismo che domina negli Usa, il consigliere del presidente è stato bollato come un “traditore” della patria anche se non risultano indagini sul suo conto. Oggi sulla grande stampa è tutto uno strologare sul “periodo di pausa” che Jared dovrebbe prendersi dopo la fuga di notizie e qualcuno aggiunge che ci sarebbero dissapori e frizioni crescenti tra il giovane marito di Ivanka e Donald Trump.
L’amministrazione però fa quadrato attorno a Kushner, con Trump che difende il lavoro del genero e torna ad attaccare i seminatori di fake news su Twitter, mentre le altre teste d’uovo della amministrazione rivendicano i “canali sotterranei” come una delle soluzioni possibili al muro contro muro tra Washington e Mosca che si è alzato negli ultimi anni. Muro contro muro? In realtà oggi Bloomberg offre un’interessante ricostruzione delle relazioni Usa-Russia ai tempi del predecessore di Trump alla Casa Bianca, Barack Obama, il quale, spiega il giornale, soprattutto grazie ai buoni uffici del suo segretario di stato, John Kerry, avrebbe cercato di tenere aperti e oliare i medesimi “canali riservati” con i russi che adesso vengono contestati a Trump e Kushner.
Kerry, tra i papabili candidati Democratici nelle elezioni del 2020, in passato si sarebbe prodigato per salvare il salvabile con il suo omologo russo Lavrov. Cosa che non sorprende visto che l’amministrazione Obama canali del genere li ha usati anche in altre situazioni, per esempio quando si è trattato di chiudere gli accordi sul nucleare con Teheran. Insomma, Obama, come Trump, avrebbe provato a resettare le relazioni con il Cremlino ben prima di Trump, ma trovandosi di fronte Putin, uno che a differenza di Obambi ha sempre dimostrato di avere fiuto e protagonismo politico, non c’è riuscito. Putin è stata la vera nemesi di Obama ma nonostante questo si apprende che la Casa Bianca di Barack era disponibile ad ammorbidire le sanzioni contro Mosca in cambio del rispetto degli accordi di Minsk da parte del Cremlino.
Pare che gli Usa obamiani fossero pronti a lasciare aperte questioni centrali per la sicurezza dell’Europa orientale come lo status delle enclave filorusse in territorio ucraino. Dunque Trump e Kushner stanno solo proseguendo sulla strada che i loro predecessori avevano provato ad aprire con la Russia senza riuscirci. L’unica differenza è che nel primo caso, quello di Obama, non c’erano orecchie della intelligence Usa impegnate ad ascoltare i russi, come è avvenuto invece con Kushner e l’ambasciatore di Mosca a Washington intercettato dai servizi, o se c’erano, poi gli spioni sono rimasti zitti. All’epoca della escalation con Putin, il “deep state”, lo stato profondo, le strutture della forza americane, CIA, FBI, NSA, erano tutte allineate alla Casa Bianca. Adesso basta farsi un giro sui giornali e leggere le fake news messe in giro su Jared per capire da che parte stanno intelligence e giornaloni.