Rutelli e Prodi converiti sulla via dell’Ici

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Rutelli e Prodi converiti sulla via dell’Ici

21 Maggio 2007

Qualcuno – confesso di non ricordare chi – diceva: a volte ho delle opinioni che non condivido. Mi pare che alla stessa scuola di pensiero si stiano autorevolmente e perentoriamente iscrivendo, in questi giorni più che mai,  Romano Prodi e Francesco Rutelli. Folgorati sulla via di Damasco, entrambi hanno fatto una sensazionale scoperta: intervenire sull’Ici relativa alla prima casa è possibile. Sì, proprio quell’Ici che Berlusconi aveva promesso di cancellare, alla vigilia delle scorse elezioni politiche,  raccogliendo  ironie e invettive di ogni tipo da parte dei suoi avversari. Lo accusarono di fare demagogia, populismo, bluff propagandistici, mosse disperate, promesse irrealizzabili. Ebbene, oggi quegli stessi politici di vaglia fanno finta di nulla e finiscono per dargli clamorosamente ragione con un anno di ritardo. D’altra parte, c’è da capirli: se il proposito fosse realmente messo in pratica, l’Unione potrebbe finalmente dire di aver attuato un punto del programma pre-elettorale. Non il proprio, naturalmente, ma quello di Berlusconi. Con i tempi che corrono e con l’aria che tira, però, il centrosinistra non può permettersi il lusso di sottilizzare e di attardarsi in simili, trascurabili dettagli.

Rutelli, in particolare, non perde occasione per esprimere quello che sembra diventato un suo chiodo fisso, un irrinunciabile cavallo di battaglia: la volontà e l’esigenza di abolire o almeno ridurre l’Ici sulla prima casa. All’improvviso Rutelli ha fretta, scalpita e non ha esitato a sfidare il “suo” stesso premier, riuscendo a porre la questione sul tavolo. Ci sarebbe quasi da elogiarlo, se almeno trovasse il coraggio e la dignità di ammettere che ha completamente cambiato parere rispetto a un anno fa e che adesso sta semplicemente perseguendo un obiettivo indicato (con largo anticipo, come al solito) da Silvio Berlsuconi.  Ma l’aspetto che più stupisce e sconcerta il sottoscritto è un altro: la rapidità e la disinvoltura con cui certi politici di casa nostra (nella fattispecie, il più “piacione” di tutti)  innestano la retromarcia e sposano tesi profondamente diverse – per non dire opposte – rispetto a quelle sostenute poco tempo fa. Non starò certo qui a perdere tempo su come e perchè l’ex radicale-libertario Rutelli sia diventato il leader dei cattolici di centrosinistra. Storia vecchia. Mi interessa invece ricordare, in primo luogo a me stesso, la posizione assunta dallo stesso Rutelli all’indomani del famoso annuncio di Berlusconi, che in tv promise l’abolizione dell’Ici sulla prima casa. Ebbene, per timore che la memoria mi ingannasse, mi sono fatto aiutare da Internet. Sul motore di ricerca Google ho scritto tre parole: Rutelli abolizione Ici. E, tra l’altro, ho trovato il resoconto on line di un dibattito a “Ballarò”. Non mi sbagliavo. In quella circostanza, Rutelli disse testualmente: “La proposta di Berlusconi è un autogol, una balla da non prendere sul serio”.

E’ passato appena un anno e ritroviamo quello stesso personaggio in prima linea per una battaglia dal  (niente affatto vago) sapore berlusconiano. Ah, già, dimenticavo: nel frattempo l’Italia è diventata l’isola del tesoro, anzi la Penisola del tesoretto. Resta il fatto che sulle questioni di principio e su certe precise indicazioni programmatiche non dovrebbero essere ammessi trucchi, acrobazie e pentimenti. Come può diventare una priorità ciò che un anno fa era una bufala, solo perchè la proposta partiva dal candidato premier dello schieramento opposto? Quale credibilità può essere attribuita a questi politici emergenti e rampanti, incoerenti e inconcludenti?

Dal canto suo, Romano Prodi ha battuto un colpo durante la conferenza stampa con cui ha festeggiato (?) un anno di governo. In quella circostanza, deve essersi accorto del pauroso vuoto prodotto dal suo esecutivo. E allora, non potendo certo presentare un pugno di mosche come oro, ha provato a fare qualche “concessione” per il futuro ed ha parlato anche di Ici. Lo ha fatto, ovviamente, a modo suo: mezze frasi, obiettivi lontani, assicurazioni generiche, fumo a volontà. Prossimamente sarà presentato il piano per la casa e si parlerà anche di Ici: “L’obiettivo – ha detto Prodi – è aiutare le categorie più disagiate. In questo ambito si inseriscono anche le riflessioni e le proposte per la revisione del catasto e per le imposte sulla casa”. Sembra il solito nulla, annunciato con aria serafica e voce suadente.

Attenzione, però, a quel passagggio: “revisione del catasto”. Nello stesso resoconto di un anno fa a cui facevo riferimento (tratto da Repubblica.it), si legge una dichiarazione quanto mai significativa di Vincenzo Visco: “Il meccanismo che dà la possibilità di rivedere gli estimi catastali, di fatto consente ai Comuni di aumentare l’Ici”. E così abbiamo capito perfettamente cosa ha in mente Prodi, quando dice che sull’Ici si potrà intervenire dopo la riforma del catasto. In pratica, il premier vuole attendere la modifica degli estimi e poi abbassare le aliquote. In tal modo, una finta riduzione si tradurrà in un ulteriore aggravio di spesa per i malcapitati cittadini. Ma intanto, con le amministrative che incombono dopo la caporetto siciliana del centrosinistra, serve un po’ di ossigeno e di pubblicità. Prodi e Rutelli ci provano. E pazienza se, per riuscire a prendere fiato, hanno una sola possibilità: attingere al programma berlusconiano.