Saakashvili accusa Mosca ma sta giocando un “war game” pericoloso

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Saakashvili accusa Mosca ma sta giocando un “war game” pericoloso

06 Maggio 2009

Non è chiaro cos’è accaduto ieri in Georgia. Il governo dice di aver rovesciato un colpo di stato pagato da Mosca. Un plotone dell’esercito si sarebbe ammutinato. Tutto questo mentre iniziano le esercitazioni Nato che terranno impegnata la Georgia da qui fino a giugno.

Il presidente Medvedev aveva definito la partecipazione della Georgia alle manovre Nato una “flagrante provocazione”, riferendosi alla guerra dell’estate scorsa, che non si è più capito chi l’ha innescata e perché. Medvedev è anche riuscito a ottenere che la gran parte degli stati e degli staterelli nell’orbita russa si sfilino dalle esercitazioni della Nato. Non parteciperanno l’Armenia, la Lettonia e l’Estonia (queste due per ragioni economiche), il Kazakistan, la Moldavia e la Serbia.

Ieri il presidente russo ha commentato la notizia del tentato colpo di stato a Tblisi come “pura follia”. E in effetti non è chiaro che interesse dovrebbe avere Mosca a organizzare un putsch in Georgia proprio mentre l’Alleanza sta flettendo i muscoli in quel Paese. Secondo l’ultranazionalista russo Vladimir Jirinovsky, l’ammutinamento e il fallito putsch altro non sarebbero che mosse dello stesso governo georgiano per giustificare le esercitazioni Nato.

Il leader del partito liberal-democratico russo non esclude che nella vicenda siano implicati i servizi segreti georgiani e magari quelli stranieri: “E’ tutta una leggenda inventata da Tblisi per giustificare le esercitazioni – ha detto Jirinovsky – e ottenere vantaggi economici per i propri servizi segreti che in questo modo aumenteranno i loro effettivi o guadagneranno avanzamenti di grado”.

I buoni propositi di Obama e Medvedev al G2o di Londra sono quindi appesi a un filo. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha fatto sapere che la Russia non parteciperà al consiglio Nato alla fine di maggio. E’ un messaggio indiretto rivolto alla Nato che continua a corteggiare la Georgia e Ucraina, i due paesi che non riconoscono più la Russia come il loro “stato-guida”. Quelli di ieri sono i misteri del fronte più caldo della nuova Guerra Fredda.