Saccomanni, vendere asset Italia va bene ma non come in passato
21 Luglio 2013
di redazione
Ieri il ministro della economia Saccomanni ha lasciato intendere, ma poi ha smentito, che si potrebbe privatizzare i grandi player in mano allo Stato come Eni, Enel, Finmeccanina, durante il suo viaggio a Mosca. L’idea non è nuova, vendere asset sul mercato e passare all’incasso in un momento di crisi. Una buona soluzione che sarebbe alternativa alla desiderata patrimoniale che le sinistre ritengono l’unica soluzione immediata per salvarci dal cappio del debito pubblico. L’importante è che una eventuale nuova politica di privatizzazioni, che in ogni caso sempre ieri in serata Saccomanni ha smentito, non finisca come quelle precedenti. Che hanno ridotto solo in parte il debito senza avere effetti benefici sulla economia reale. Va anche tenuto presente come sempre più spesso i grandi player internazionali vengono sostenuti e spinti dai governi, si pensi alla russa Gazprom e quindi il rischio dietro l’ipotesi di privatizzare è che se il processo non fosse condotto in porto nel modo migliore perderemmo pezzi strategici del nostro sistema economico. In un contesto, come quello recente, dove i soggetti italiani si pensi a Finmeccanica in India o all’Eni in Kazakistan, devono muoversi con i piedi di piombo circondati da trappole e brutte sorprese. Insomma, privatizzare di per sé non è un male ma chiediamoci se sia il momento giusto e pensiamo a come ottenere risultati concreti.