Intervistato dal Sole 24 Ore, il presidente dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, torna a rivendicare l’introduzione dei costi standard in Costituzione (nei lavori della Commissione affari costituzionali), che significa "efficienza delle grandi aree di spesa delle amministrazioni pubbliche calcolata in base alle migliori gestioni". "Io continuo a pensare, anche da ex ministro della Sanità, che se certe Asl del Nord sono in avanzo da anni lo stesso risultato può essere raggiunto da tutte le Asl", prosegue Sacconi.
"Ora noi proponiamo di affiancare ai costi standard il potere-dovere di commissariare Regioni e Comuni che non hanno i conti in ordine, quando cioè vi sia una strutturale attitudine a formare debito. Non possiamo più attendere che si producano gestioni debitorie non più recuperabili, occorre intervenire prima con atto unilaterale dello Stato. Così come, più in generale, chiediamo che sia confermato l’esercizio di poteri sostituitivi dello Stato quando è in pericolo l’interesse nazionale".
Nell’intervista Sacconi sottolinea anche altri punti delle proposte avanzate dal Nuovo Centrodestra per migliorare il ddl riforme, dalle leggi di bilancio che "devono essere approvate dalla Camera a maggioranza semplice e non assoluta quando il Senato non le condivide, ferma restando la sua possibilità di proposta", alle competenze in materia di lavoro, ambiente e protezione civile che "devono tornare allo Stato". E sul cosiddetto "federalismo a geometria variabile" aggiunge "le Regioni efficienti possono avere dei poteri in più".
Insomma, per Ncd "la questione del Titolo V è non solo complementare alla riforma del Senato ma direi che ne è la premessa: proprio nell’ottica di un rafforzamento dell’interesse nazionale abbiamo condiviso l’idea di un Senato non eletto dal popolo ma rappresentativo delle Regioni e dei Comuni e funzionale alla loro leale collaborazione con lo Stato".