Sacconi: “Etica e fisco, il centro è complice della sinistra”
01 Gennaio 2013
Senatore Sacconi, lei aveva auspicato per Mario Monti un ruolo di federatore dei liberali in alternativa alla sinistra. Ma Monti ha lasciato cadere questo appello.
«Monti ha scelto un’altra strada — risponde l’ex ministro del Welfare — e ha rifiutato l’offerta, prima che da molti di noi, rivoltagli dalla Storia. Ha scelto di considerarsi alternativo al Pdl e dialogante con il Pd. Di fatto si candida a essere la ruota di scorta della sinistra. E una vecchia storia, quella di certi salotti milanesi subalterni all’egemonia politica e culturale della sinistra. Niente di nuovo. E quindi spetta al Pdl assumere su di sé fino in fondo la funzione di scudo rispetto ai quattro pericoli per la nazione indotti dalla sinistra».
Quali?
«L’aggressione, in primo luogo, ai valori costitutivi stessi della nazione. Non si tratta di essere necessariamente credenti e tanto meno bigotti per considerare i pericoli di annichilimento che si produrrebbero se ci fosse una deregolazione spinta nei metodi di procreazione; se ci fosse nella dimensione pubblica, con le relative risorse pubbliche, un’omologazione del matrimonio omosessuale con quello naturale con tanto di facoltà di adozione; se ci fosse una scrittura artificiale del confine tra la vita e la morte».
Vada avanti.
«C’è poi il pericolo di una ulteriore, definitiva, oppressione fiscale. E ancora quello di un compiuto dispiegarsi dell’ostilità sociale e istituzionale verso l’impresa. Per non parlare della giustizia ideologizzata che troverebbe un clima ancora più fertile. Contro questi quattro pericoli il Pdl può agire come per lungo tempo nel dopoguerra fecero la Dc e i suoi alleati. Non sempre hanno entusiasmato i loro elettori, ma si sono rivelati spesso efficaci come fattori di contenimento dell’abnorme peso della sinistra comunista in Italia».
Le gerarchie cattoliche e parte del Vaticano si sono pronunciati a sostegno di Monti…
«Distinguerei tra la fiducia in Monti e la sua coalizione. La Chiesa sollecita la difesa dei principi fondamentali connaturati alla persona. Ma nella sua agenda Monti non ha potuto offrire una base etica e ha rinviato alla coscienza individuale i temi eticamente sensibili mentre sappiamo che la dimensione pubblica sarà investita dall’iniziativa su di essi della sinistra».
Eppure Monti parla di un progetto a vocazione maggioritaria
«Non mi pare. La domanda è: di fronte a queste derive il centro molle di Monti saprebbe essere uno scudo rigoroso e coraggioso? Ma quando mai!».
Non crede che il centro attragga?
«Non giocherà per il primato e non credo neppure che avrà la seconda posizione. Noi saremo rigorosamente alternativi alla sinistra, determinati a vincere o ad organizzare comunque una forte diga di contenimento, travolgendo ogni mollezza nel mezzo».
Questo però si scontra con il disegno di Monti…
«Onestamente il disegno di Monti non c’è. Monti non ha l’ambizione di vincere le elezioni. La sua ambizione è temperare la sinistra: mi sembra un’ambizione molto modesta e molto illusoria, coerente solo con una subalternità politica e culturale alla sinistra».
I rapporti con la Lega non sembrano buoni.
«La trattativa è ancora aperta. Si tratterà di verificare se la Lega vuole partecipare alla nostra ambizione di bloccare la sinistra o se invece si voglia chiudere in una posizione di testimonianza favorendola oggettivamente. Sarebbe impossibile governare l’Italia contro il blocco delle Regioni del nord».
Come valuta gli interventi di esponenti del Ppe nelle vicende politiche italiane?
«Il Ppe ha auspicato una vittoria elettorale dei Popolari sulla sinistra. Siamo quindi ben lontani dal Ppe quando Monti rinuncia all’unità dei liberal-popolari e accetta a priori la vittoria della sinistra».
Ma la presenza di Berlusconi è stata considerata un ostacolo per costruire l’unità del campo popolare.
«Berlusconi, in più di una occasione, compresa quella dell’incontro di Bruxelles, aveva dichiarato di cedere il passo a un federatore pur di vincere».
Quindi seguendo il suo schema la competizione è tra la sinistra con le sue derive e il Pdl e i suoi alleati?
«Sarà una competizione tra soggetti fortemente alternativi perché portatori di opposti valori e di opposte visioni. In mezzo, allo stato, c’è un centro molle e complice della sinistra e un domani solo il nostro pensiero forte e la nostra azione conseguente potrebbero richiamarlo alle sue responsabilità».
Come giudica quei colleghi di partito passati con Monti?
«Io so che alla manifestazione di Italia popolare il contenuto principale era l’alternativa maggioritaria alla sinistra. Rilevo quindi la contraddizione del passaggio con un Monti interlocutore della sinistra».
Tratto dal Corriere della Sera
, 31 Dicembre 2012